Nel futuro intese contrattuali tra i colossi della rete e gli editori dell’informazione

Dagli Stati Uniti rimbalza una notizia destinata a rinfocolare le polemiche sul rapporto, ancora squilibrato, tra i colossi del web e i produttori di informazioni giornalistiche.

Il 40% dei click di Google arriva dalle notizie. Nel 2018 il gigante di Mountain View ha guadagnato almeno 4,7 miliardi di dollari grazie alle notizie pubblicate su Google News.

La stima arriva da uno studio della News Media Alliance, l’alleanza che raggruppa gli editori americani di oltre 2mila giornali, New York Times compreso, e gli editori di tutto il mondo (tra gli altri Asne, Wan-Ifra,The Copyright Alliance, Reporters Committee for Freedoom of the Press).

Gli editori pretendono che parte di quegli introiti vengano stornati a chi produce i contenuti, al fine di assicurare una equa remunerazione. Da Google ricordano che “Google news e la Ricerca Google portano oltre 10 miliardi di click ai siti web degli editori che generano, a loro volta, abbonamenti ed entrate pubblicitarie significative”.

La verità sta nel mezzo. Negli ultimi anni Google si è aperta alla possibilità di accordi con gli editori, al fine di condividere progetti innovativi sul piano digitale e di valorizzare l’informazione di qualità. Lo ha fatto non solo a parole ma con investimenti e corsi di formazione.

Tutto questo evidentemente è ancora insufficiente e la filiera di produzione e distribuzione delle notizie appare squilibrata. Per salvare l’editoria tradizionale occorrono modelli di business nuovi che coinvolgano anche le piattaforme web di condivisione dei contenuti.

La nuova direttiva europea sul copyright, destinata a entrare in vigore, salvo modifiche, in tutti gli Stati del Vecchio continente entro due anni, impone intese contrattuali tra i colossi della Rete e gli editori che producono contenuti informativi. La forma di tali intese è tutta da definire, quindi è presto per valutazioni analitiche.

Rimane il principio: occorre che i produttori e i distributori di contenuti di qualità si impegnino in modo congiunto e sinergico affinché nello spazio virtuale si generino meccanismi e processi a somma positiva in grado di rivitalizzare la filiera e di assicurare una crescita dell’economia digitale fondata anche sulla remunerazione delle opere creative.