OCCUPAZIONI DIGITALI, PRIMATO ITALIANO

Lo scenario del mercato del lavoro sta cambiando rapidamente, con la transizione digitale che irrompe prepotentemente.

Secondo un’indagine condotta su dieci Paesi utilizzando i Big Data da Ocse-Randstad, l’Italia si ritrova insieme alla Spagna davanti a tutti con la percentuale più alta (12%) di annunci che riguardano occupazioni digitali.

Seguono paesi come Singapore e UK con una percentuale del 11%.

Tra le diverse professioni ricercate, i tassi di crescita più elevati in tutti i Paesi riguardano sviluppatori di software (caratterizzano il 44% del Digital job nostrano), programmatori e ingegneri, data scientist e ingegneri. In Italia, il numero di annunci di lavoro online per professionisti di reti e database è aumentato di quasi 9 volte tra il 2014 e il 2021, raggiungendo più di 2000 nuove posizioni disponibili all’anno.

In TOP10 tra le professioni più ricercate, troviamo inoltre broker delle tecnologie, personale sanitario in grado di integrare attività presenza e da remoto, specialisti delle nuove frontiere della cyber security.

In questo contesto di crescita esponenziale dei Digital jobs, occorre investire e sviluppare gli ITS, rendendo anche più attrattiva per i giovani la figura dell’informatico, che conta “start-upper” brillanti e può avere ruoli di grande soddisfazione. E’ decisivo inoltre puntare su una cultura digitale diffusa, con più formazione continua.

Tra le conseguenze di questo processo di sviluppo si segnala un mismatch sempre più marcato tra domanda e offerta soprattutto in ambito Stem: in certi settori, infatti, le risorse non hanno avuto il tempo per formarsi e adattarsi alle nuove tecnologie.

Il Group CEO Randstad, Marco Ceresa, ha dichiarato come la domanda di competenze digitali abbia ormai superato quella di qualsiasi altre e le professioni digitali del futuro siano spesso un’evoluzione di mestieri tradizionali, grazie all’acquisizione di nuove specifiche competenze.