SCANDALO TAYLOR SWIFT: L’AI È LA CAUSA DELLE POLEMICHE

L’AI non risparmia neanche Taylor Swift, la quale è finita sotto accusa per aver usato video (accessibili tramite QR code presenti in porte arancioni sparse per le città, per promuovere il suo album) contenenti elementi visivi e incoerenti, come ombre distorte e testi irregolari, che hanno alimentando i sospetti da parte dei fan nell’aver utilizzato l’AI.

Le dure critiche e reazioni non si sono fatte attendere, soprattutto dalle Swifties, che deluse dalla loro paladina, hanno diffuso l’hashtag #SwiftiesAgainstAI.

L’avvalersi non dichiarato dell’AI va contro l’immagine della stessa Taylor, la quale si è sempre battuta per l’importanza dell’autenticità, della trasparenza e per la tutela del diritto d’autore.

Questo caso non è l’unico, infatti l’immagine della cantante era stata utilizzata in un deepfake, che la ritraeva accanto all’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Quello che è accaduto in queste settimane dimostra come l’AI stia diventando uno strumento integrante della costruzione estetica di un artista, risultando un vero e proprio filtro che ne uniforma l’immagine e ne controlla le uscite visive.

Sul piano legale, diventano centrali i dibattiti su copyright, dataset e autorialità. Sempre più spesso, le tecnologie intelligenti usufruiscono di immagini tratte dal web (anche senza avvalersi del consenso al loro trattamento) per l’addestramento. Rispetto a ciò, l’UE si sta impegnando nell’elaborazione del rapporto Generative AI and Copyright (2025), in cui si stabilisce che il text e data mining non giustificano l’uso di opere protette da copyright senza consenso. Oltre ciò, sono stati progressivamente introdotti dall’AI Act gli obblighi di tracciabilità dei dataset (art.53) e l’etichettatura dei contenuti realizzati con l’Intelligenza Artificiale (art.52), e la responsabilità per le conseguenze sulla reputazione (art.54).

Da non dimenticare la dimensione etica della questione: quando l’AI interviene nella costruzione di un’immagine pubblica, il confine tra autenticità e artificialità viene meno e l’artista rischia di apparire come “marchio computazionale”. Il patto di fiducia che si stabilisce tra l’artista e suoi fan diventa fragile, provocando costanti dubbi circa la spontaneità o la “commercializzazione” o “estetizzazione” delle azioni e dell’immagine del personaggio pubblico.

 

C.Z.


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