STATI UNITI E LA VENDITA DEL BROWSER CHROME

Il  Dipartimento di Giustizia statunitense (DoJ) ha dichiarato di voler chiedere a un giudice di ordinare la vendita del browser Chrome per contrastare il monopolio di Google nel mercato della ricerca online. 

Il DoJ vuole limitare l’utilizzo monopolistico che Google fa dei suoi prodotti. Si dice che l’azione legale includa anche misure relative all’intelligenza artificiale. 

Se il giudice federale Amit Mehta dovesse accettare questa proposta, i cambiamenti sarebbero radicali. 

Secondo il Governo Americano, il monopolio di Google ha causato ingenti danni agli utenti, quindi ripristinare un mercato “indispensabile” è una priorità assoluta. 

Il risposta alla riproposta del Dipartimento di Giustizia, Google ha annunciato che contesterà le accuse, sostenendo che idee e le narrazioni proposte rappresentano un “eccesso di potere”. 

Lee-Anne Mulholland, vicepresidente degli affari regolatori di Google, afferma che questa richiesta rischia di danneggiare l’azienda, gli sviluppatori e l’innovazione tecnologica americana. 

Questa azione contro Google si ispira a precedenti casi di antitrust, come ad esempio quello contro Microsoft negli anni ’90. La causa contro Google, avviata durante l’amministrazione Trump e portata avanti dalla presidenza Biden; ha guadagnato slancio quando quando il tribunale aveva accusato l’azienda di aver violato le leggi  antitrust e di aver speso miliardi per mandare il suo monopolio. 

Le conseguenze di queste azioni legali ridefinirebbero il panorama tecnologico globale; l’eventuale vendita di Chrome e di conseguenza le nuove regole l’IA e per Android favorirebbero maggiore diversità sul mercato. 

F.M.