TRUFFE NEL TRADING ONLINE, COME DIFENDERSI?

L’ultima pubblicazione della Commissione Europea in tema di cybersicurezza mette in evidenza come circa i due quinti degli utenti UE avrebbero sperimentato problemi riguardanti la sicurezza, mentre negli ultimi tre anni un terzo degli utenti avrebbe ricevuto e-mail o telefonate fraudolente in cui si richiedevano dati personali o richieste di investimento.

Lo schema è sempre lo stesso: l’ignaro investitore, solo dopo il terzo o quarto versamento di denaro (il più delle volte avvenuto a mezzo bonifico bancario a società terze), si rende conto che la società di brokeraggio che lo ha contattato in realtà è composta da subdoli truffatori, che attraverso artifizi e raggiri e la promessa di ingenti guadagni, sono riusciti a convincerlo a versare il proprio denaro, secondo il noto “schema Ponzi”, ovverosia, più investi, più guadagni, senza però alcuna possibilità di ritirare quanto falsamente guadagnato (ma nemmeno il capitale iniziale investito).

Alla base vi è quasi sempre un meccanismo che punta a sfruttare la buonafede delle persone, utilizzando la loro vulnerabilità (rappresentata in questo caso dalle scarse conoscenza finanziarie) per dar vita all’imbroglio. Anziani, giovani coppie, studenti e famiglie sono, in genere, gli anelli deboli.

Va segnalato che molto spesso da un punto di vista tecnico, le piattaforme di investimento fake funzionano benissimo e all’inizio gli utenti sono attratti proprio perché in grado di realizzare piccoli guadagni. In questo modo gli utilizzatori vengono spinti a investire ulteriormente risorse e risparmi. La truffa termina, in genere, con la chiusura della piattaforma, o l’impossibilità da parte del trader di poter recuperare quanto investito.

Come evitare queste truffe? La prima accortezza da impiegare consiste nell’accertarsi subito della vera ed esatta denominazione della società che propone l’investimento. Va infatti ricordato che l’esercizio nei confronti del pubblico dei servizi e attività di investimento è riservato ai soggetti autorizzati dalla Consob. Si consiglia infine di prestare attenzione anche all’eventuale presenza di errori di ortografia nelle e-mail, nei post sui social media e durante qualsiasi comunicazione.