“Dobbiamo pagare i conti in qualche modo! Twitter non può fare affidamento solo sulla pubblicità”, ha twittato il miliardario rispondendo alle critiche dell’autore Stephen King, secondo il quale 20 dollari al mese, come ipotizzato dalle indiscrezioni, era un prezzo eccessivo.
L’intervento di Musk ha spazzato via i rumors in circolazione e chiarito indirettamente la sua strategia, ovvero ampliare i flussi dei ricavi al di là della pubblicità che ora rappresenta il motore di crescita di Twitter. Il patron di Tesla d’altronde lo ripete da mesi che la società che cinguetta deve fare maggiore affidamento sugli abbonamenti rispetto agli spot pubblicitari per migliorare.
L’abbonamento a Blue si inserisce proprio in questo quadro: da un lato aumenta i ricavi e dall’altro implica l’esistenza di profili certificati, cruciali nella battaglia di Musk contro gli account spam o falsi. “Spiegherò la ratio nel dettaglio prima che il nuovo modello sia adottato”, ha aggiunto il miliardario secondo il quale la sua idea è “l’unico modo per sconfiggere i bot e i troll”.
Musk ha proposto anche un “bypass del paywall per gli editori disposti a lavorare” con la piattaforma di social media. “Ciò darà anche a Twitter un flusso di entrate per premiare i creatori di contenuti”, ha spiegato in un post.
Da quando ha assunto il comando del social completando l’acquisizione da 44 miliardi di dollari, Musk sta lavorando a tempo pieno per gettare le basi della nuova Twitter.