In ricordo di Franco Morganti

Il 12 settembre si è spento all’età di 89 anni Franco Morganti, ingegnere, imprenditore, giornalista e scrittore, senz’altro una delle menti più brillanti dell’hi-tech in Italia. Ha dato un contributo preziosissimo alla storia delle telecomunicazioni nel nostro Paese e si è distinto per originalità di pensiero, onestà intellettuale e approccio pluralista ai problemi del mondo delle tecnologie e dei media. Lascia la moglie Marisa, 6 figli e 22 nipoti. Sabato 26 settembre, a Milano, i suoi famigliari e gli amici hanno voluto ricordarlo con una cerimonia commemorativa presso l’ADI Design Museum. Tra coloro che l’hanno ricordato anche il direttore Ferruccio de Bortoli (nella foto). Anche il professor Ruben Razzante, fondatore del nostro portale, ha partecipato alla cerimonia commemorativa e ci ha mandato questo suo ricordo di Franco Morganti, che pubblichiamo integralmente.

«Ho conosciuto Franco Morganti negli anni novanta e ho subito apprezzato il suo spirito profondamente liberale in economia e in politica. Erano gli anni di Tangentopoli, dei tentativi di riscatto morale della politica e di coinvolgimento della società civile nella vita delle istituzioni. E il contributo di Franco in quella fase fu originalissimo e di prospettiva. Nell’aprile 2002, a Milano, fu tra i relatori dell’evento di presentazione della prima edizione del mio Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione. Sui temi del pluralismo dell’informazione, degli assetti delle aziende editoriali e del rapporto tra uomo e tecnologie ha espresso punti di vista che ho sempre condiviso e citato nei miei libri. Ci scambiavamo sempre i rispettivi volumi con dedica. Ricorderò con nostalgia i caffè presi insieme. Con lui perdo un caro amico al quale sarò grato in eterno. Mi ha dato suggerimenti preziosi, mettendomi anche in contatto con persone che hanno arricchito il mio bagaglio di competenze e conoscenze. La sua generosità e la sua semplicità d’animo si univano ad un umorismo elegante e contagioso, che mancherà a me e a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo».