“VERSO UNA GIUSTIZIA DIGITALE A PROVA DI PRIVACY”

Da maggio dello scorso anno Fabio Roia ricopre l’incarico di Presidente facente funzioni del Tribunale di Milano. Responsabile della Sezione misure di prevenzione, in passato il Magistrato si è occupato in particolare di fasce deboli ed è stato anche componente del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). 

Con lui abbiamo parlato dei passi significativi compiuti dal Tribunale di Milano verso l’innovazione e la digitalizzazione per migliorare l’erogazione dei servizi giudiziari e semplificare le procedure, mantenendo una costante attenzione alla delicata questione della privacy. Infine abbiamo affrontato tematiche cruciali come il bullismo e il revenge porn, evidenziando l’attenzione particolare del Tribunale per la tutela delle vittime.

Praticamente tutto diverrà telematico: il processo penale ed il processo civile lo sono già da molto tempo, anche davanti al Giudice di Pace. La tecnologia aiuta moltissimo la risposta giudiziaria. C’è però un fattore umano che non va dimenticato e che rimane fondamentale non solo per la valutazione del materiale probatorio, ma anche per l’umanizzazione di un processo che deve essere tecnologico ma deve sempre fondarsi sui valori del rispetto, del contraddittorio delle parti e della valutazione dei diritti in gioco.

C’è da dire che il Tribunale, all’interno del nostro sistema giudiziario, da questo punto di vista risponde al Ministero della Giustizia, che è competente a livello costituzionale per la fornitura di tutti i servizi informatici e per la protezione dei dati personali. Per evitare una possibile divulgazione di dati, per esempio, oggi stiamo eliminando uno strumento di lavoro che è stato molto utile, le cartelle condivise. C’è poi tutto il tema dell’anonimizzazione delle sentenze e dei provvedimenti, che curiamo per evitare che possano circolare dati sensibili. 

Noi sui temi della tutela dei soggetti fragili, in questo caso quindi parliamo delle vittime, siamo molto attenti in particolare per quanto riguarda i reati orientati dal genere. Al primo posto il “revenge porn” che è proprio un’espressione di reato orientato dal genere, perchè normalmente la fattispecie è del soggetto che ha subito la rottura della relazione sentimentale e trasmette via internet del materiale diciamo di natura intima della coppia. C’è molta attenzione sul tema da parte nostra, ci sono sezioni specializzate che trattano in via prioritaria le fattispecie penali. Il bullismo invece è un tema che riguarda i minorenni. Abbiamo verificato che c’è un abbassamento di reati di violenza anche in quelli che noi definiamo “giovani adulti”, cioè nella fascia 18-35 anni. Per esempio in materia di violenza sessuale e atti persecutori il 45% degli autori di questi reati è in questa fascia. Qui bisogna intervenire su un piano di prevenzione ed educazione efficaci.

Anche in questo caso la Costituzione dice che si tratta di un compito del Ministero. Noi affianchiamo e aiutiamo il Ministero e devo dire che i Giudici con grande impegno fanno della formazione laddove possibile di natura informatica, anche nella quotidianità dello sviluppo del lavoro giudiziario. Quindi è un lavoro di team, c’è sempre osmosi di esperienze e noi curiamo l’affinamento di queste competenze nella gestione quotidiana delle cose, perché puntiamo sempre alla valorizzazione dei rapporti relazionali nell’ottica di rendere un servizio sempre più efficiente.