Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sta progredendo rapidamente con molti potenziali benefici nell’ambito sanitario, nel quale si prevede un impatto maggiore con lo sviluppo di nuove, e più potenti, intelligenze artificiali.
La maggior parte della letteratura sanitaria sull’AI è orientata verso i potenziali benefici. L’AI potrebbe infatti rivoluzionare l’assistenza sanitaria migliorando la diagnostica, contribuendo allo sviluppo di nuovi trattamenti, supportando i fornitori ed estendendo l’assistenza sanitaria al di là delle strutture sanitarie e a un maggior numero di persone.
Sebbene vi sia un certo riconoscimento dei rischi e dei potenziali danni, all’interno della comunità sanitaria si discute ancora poco delle minacce sociali, politiche, economiche e di sicurezza dovute all’AI. I rischi associati alla medicina e all’assistenza sanitaria includono la possibilità che gli errori causino danni ai pazienti e problemi legati alla privacy e alla sicurezza.
Potrebbero anche ampliarsi le disuguaglianze sociali e sanitarie, sia incorporando i pregiudizi umani esistenti e i modelli di discriminazione negli algoritmi automatizzati, sia impiegando l’AI in modo che si rafforzino le disuguaglianze sociali nell’accesso all’assistenza sanitaria. Un esempio celebre è quello di un saturimetro sviluppato con il supporto dell’intelligenza artificiale, che offriva risultati inesatti se utilizzato da persone di colore perché la pelle più scura assorbe in modo differente da quella chiara i raggi di luce su cui si basa il funzionamento dell’apparecchio.
Le preoccupazioni dei medici non sono rivolte solo all’AI, ma anche agli attori che ne guidano lo sviluppo in modo troppo rapido o sconsiderato e a coloro che cercano di impiegare l’AI solo per interessi personali. Infine, in riferimento all’occupazione, si vogliono impiegare le competenze cliniche e di salute pubblica per sostenere le generazioni future in un ambiente in cui il lavoro umano non sarà, probabilmente, più centrale o necessario per la produzione di beni e servizi.
Per questi motivi la comunità medica e di salute pubblica, sulla base del principio di precauzione, lancia l’allarme sui rischi e le minacce poste dall’AI incoraggiando ad adottare adeguate tutele e regolamentazioni. L’obiettivo è rafforzare le istituzioni di interesse pubblico e diluire il potere uomo-macchina in modo che ci siano controlli ed equilibri efficaci. Ciò include la garanzia della trasparenza e della responsabilità sia da parte di chi sviluppa l’AI, sia da parte delle società di social media che consentono la circolazione delle informazioni.
È stato firmato un appello per chiedere una pausa di sei mesi allo sviluppo di nuove, e più potenti, applicazioni di intelligenza artificiale, in attesa di sviluppare protocolli di sicurezza condivisi, se non un autentico quadro normativo, che mettano l’umanità al riparo dai rischi che pongono questi programmi intelligenti alle nostre società. Fino a quando non ci sarà una regolamentazione efficace, si impone quindi una moratoria sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale anche in ambito sanitario.
(C.D.G.)