Presentata dalla Commissione europea nel 2022, questa normativa punta a contrastare in modo più efficace gli abusi sessuali sui minori, sia online che offline. Tuttavia, le misure previste hanno sollevato forti preoccupazioni in merito al rispetto della privacy degli utenti, con accuse di voler introdurre una forma di sorveglianza generalizzata delle comunicazioni private.
Alla base della proposta c’è l’intento di colmare le lacune normative, ancora presenti a livello europeo, dovute alla frammentazione tra le diverse legislazioni nazionali. Il regolamento si inserisce nel quadro delle strategie dell’UE contro l’abuso sessuale sui minori adottate nel 2020 e nel 2021, e si fonda su principi sanciti dalle convenzioni internazionali, come la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
La novità principale di Chat Control è l’introduzione di obblighi giuridicamente vincolanti per i fornitori di servizi digitali, che saranno tenuti a prevenire, rilevare, segnalare, rimuovere e bloccare contenuti pedopornografici noti e nuovi, nonché comportamenti di adescamento online, a prescindere dalla tecnologia usata e dal luogo di stabilimento dell’azienda.
Il regolamento prevede misure dettagliate e tecnicamente complesse. Le piattaforme dovranno infatti effettuare valutazioni periodiche del rischio che i loro servizi possano essere utilizzati per scopi illeciti, adottando contromisure proporzionate. In caso di ordine da parte dell’autorità competente, dovranno inoltre installare tecnologie di rilevamento automatico per identificare contenuti pedopornografici, con l’obbligo di ridurre al minimo l’impatto sulla riservatezza delle comunicazioni e la protezione dei dati personali.
Se individuati potenziali casi di abuso, le piattaforme saranno obbligate a segnalarle tempestivamente al nuovo Centro UE sull’abuso sessuale su minori e, in caso venisse ordinata la rimozione o il blocco, i contenuti dovranno essere eliminati o resi inaccessibili in tutti gli Stati membri entro tempistiche molto strette.
Un aspetto rilevante è che i fornitori di servizi che rispettano in buona fede le prescrizioni del regolamento non saranno ritenuti penalmente responsabili per eventuali reati di abuso rilevati attraverso i propri strumenti. Spetterà quindi a ciascuno Stato membro designare autorità nazionali competenti per l’applicazione e il monitoraggio del regolamento, dotate di ampi poteri investigativi e sanzionatori.
Il dissenso verso Chat Control nasce dal timore che la scansione automatica dei contenuti digitali, comprese le chat private e cifrate, possa violare il diritto alla privacy e alla libertà di comunicazione. La sfida risiede nel trovare un equilibrio tra la tutela dei bambini da crimini gravi e il rispetto dei diritti fondamentali degli utenti.
Il processo legislativo è ancora in corso, con negoziati avanzati e una votazione finale attesa nei prossimi mesi. Resta da capire se Parlamento e Consiglio UE riusciranno a raggiungere un compromesso efficace e rispettoso delle libertà digitali.
S.B.
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