“COMUNICARE LA DISABILITÀ. PRIMA LA PERSONA”

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dal nostro Paese con la Legge 18/2009) definisce la disabilità come «il rapporto sfavorevole fra l’essere umano con le sue condizioni di salute e l’ambiente circostante – sintetizzano dal CNOG –. Per questa ragione riguarda tutti, chi per le condizioni di salute e chi, quale elemento della società, perché investito dalla responsabilità di modellare un ambiente favorevole alla persona». In tale contesto la guida è proposta come «uno strumento formativo che aiuta a rimodulare espressioni e terminologie inappropriate, ma ancora molto diffuse».

Un progetto promosso e ideato dal Coordinamento per le Pari Opportunità dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ed è stato curato da Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani (consigliere nazionale e componente del CPO CNOG) con un contributo di GiULia Giornaliste Sardegna/gruppo Carta di Olbia. La nuova guida si configura come il naturale coronamento di una riflessione critica scaturita in Sardegna, a Olbia, in occasione di un corso in tema di informazione sulla disabilità. Nel dicembre del 2019, l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna e l’associazione GiULia giornaliste Sardegna in collaborazione con due Enti rappresentativi delle persone con disabilità (l’Associazione sensibilMente e la UILDM sezione di Sassari, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) avevano organizzato un corso di aggiornamento e in quell’occasione, riflettendo sul come la rappresentazione delle persone con disabilità nei media continui a veicolare stereotipi e pregiudizi, emerse l’esigenza di predisporre un protocollo deontologico finalizzato con l’intento di promuovere una rappresentazione corretta e rispettosa delle persone con disabilità nei media.

Predisposta in un formato accessibile alle persone cieche e ipovedenti, nonché con dislessia, essa sarà pubblicata a breve nel sito del CNOG (www.odg.it), dove sarà disponibile e scaricabile gratuitamente affinché ne sia data la più ampia diffusione.

Il linguaggio ha un ruolo fondamentale per l’affermazione dei diritti delle categorie a forte rischio di discriminazione, nonché per la rimozione del pregiudizio e degli stereotipi che ostacolano la legittima aspirazione all’uguaglianza della più vasta minoranza sociale al mondo.

 

C.T.