L’Europa ha deciso di cambiare approccio nei confronti dei giganti del web. Dopo anni di cause antitrust lunghe e spesso inefficaci, arriva il Digital Markets Act (DMA), un regolamento che impone obblighi ex ante alle grandi piattaforme digitali. L’obiettivo è semplice: fermare gli abusi prima che avvengano e creare un ecosistema digitale più equo e competitivo.
Il DMA si affianca al tradizionale diritto antitrust europeo e si applica a pochi ma potenti attori del mercato: i gatekeeper. Sono aziende come Google, Apple, Amazon, Meta e Microsoft, che controllano l’accesso a servizi essenziali per milioni di utenti e imprese. Se un’azienda viene designata come gatekeeper dalla Commissione UE, deve rispettare obblighi specifici, come evitare di favorire i propri servizi rispetto a quelli dei concorrenti o impedire pratiche che obblighino l’utente ad accettare condizioni poco trasparenti.
Questo approccio anticipatorio ha già prodotto i primi effetti. Meta e Apple sono state sanzionate, mentre su Google pendono nuove indagini per comportamento anticoncorrenziale nei risultati di ricerca. Il DMA permette anche un’interazione più forte tra la Commissione UE, i giudici nazionali e le altre autorità regolatorie, come quelle che si occupano di privacy (GDPR) o di trasparenza contrattuale (Regolamento P2B).
Il Digital Markets Act rappresenta un cambio di paradigma. Le Big Tech non potranno più approfittare della lentezza dei procedimenti antitrust. Con regole chiare e applicabili fin da subito, l’Europa si prepara a difendere un web più aperto, competitivo e rispettoso dei diritti degli utenti.
A.C.
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