I NUMERI DELLE COMUNICAZIONI

Per la rete fissa gli accessi sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto al trimestre precedente, ma registrano crescita di circa 220 mila unità su base annuale. Da segnalare è come, negli ultimi dodici mesi, le tradizionali linee in rame si siano ridotte di quasi 1,7 milioni mentre le linee che utilizzano altre tecnologie sono aumentate di oltre 2,1 milioni. Complessivamente, dopo quattro anni (dal 2017) gli accessi in rame sono scesi al 27,1%. Sono sensibilmente aumentati gli accessi con tecnologie che permettono prestazioni maggiormente avanzate: le linee FTTC sono aumentate di 950 mila su base annua (6,1 milioni nell’intero periodo) mentre gli accessi FTTH sono cresciuti di circa 800 mila unità (a fine dicembre superavano i 2,4 milioni). In crescita, anche più moderatamente, anche le linee Fixed Wireless Access che raggiunto 1,7 milioni. A fine dicembre 2021 le linee broadband complessive sfiorano i 18,7 milioni.

Tutte queste dinamiche contribuiscono a un importante aumento delle prestazioni, in termini di velocità di connessione commercializzate. Le linee con velocità pari o superiori ai 30 Mbit/s, infatti, rappresentano ormai il 77% delle complessive linee broadband e il peso di quelle con prestazioni superiori ai 100 Mbit/s è cresciuto dal 20,0% al 61,6%. Questa crescente capacità trasmissiva della rete ha un impatto sull’andamento dei volumi di traffico: il traffico dati medio giornaliero nel 2021 è aumentato del 19,3% rispetto al 2020.

Per quanto riguarda la rete mobile, a fine dicembre 2021 il numero delle sim ha raggiunto i 106,2 milioni (+2,2 milioni su base annua), mentre le linee “human” per l’87,0% rappresentano l’utenza residenziale e, nell’88,7% dei casi si tratta di contratti attribuibili alla categoria “prepagata”. Nelle linee complessive (Human + M2M) Tim è il market leader (28,7%), seguono Vodafone (28,4%) e Wind Tre (24,5%). Cresce ancora l’utilizzo della larga banda mobile: il consumo medio unitario giornaliero di dati per sim “human” nel 2021 è stimabile in circa 0,35 GB (+33,0% rispetto al 2020).

Nel settore televisivo, gli ascolti nel “giorno medio” registrati nel mese di dicembre 2021 si sono ridotti del 13,6% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. Anche la fascia oraria “prime time” ha registrato una flessione di 3,7 milioni rispetto a dicembre 2020.

Per quanto riguarda l’andamento delle quote di ascolto dei principali gruppi editoriali televisivi, la RAI nel 2021 è capolista sia nel “giorno medio” (36,0%), sia nella fascia “prime time” (con il 37,4%). Rai, infatti, guadagna share in entrambi i casi. Mediaset, invece, registra una flessione contenuta nel giorno medio (-0,2 punti percentuali), più importante nella fascia prime time (-1,2). Hanno subito una crescita in negativo anche Discovery, Sky e La7. Gli ascolti delle edizioni dei telegiornali nel giorno medio sono calati di circa 2,3 milioni. Tuttavia, gli ascolti complessivi del 2021 risultano comunque superiori ai livelli, pre-pandemici (2019).

L’editoria quotidiana conferma l’andamento negativo già registrato nei precedenti Osservatori: nel 2021 c’è stata una flessione dei livelli di vendita del 6,9% rispetto al 2020, del 30,9% al 2017. Le copie vendute quotidianamente in formato cartaceo hanno visto una riduzione dell’8,8% rispetto al 2020, mentre i quotidiani venduti in formato digitale non hanno registrato variazioni di particolare rilievo, anche se hanno registrato una crescita su base annua del 8,1%. La distribuzione delle vendite di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacee: le prime cinque testate del segmento digitale, infatti, rappresentano oltre il 60% delle copie complessivamente vendute nel 2021. I principali quotidiani considerati “generalisti” (L’Avvenire, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa) vedono su base annua una flessione nella vendita di copie cartacee superiore alla media (-10,2%), mentre i quotidiani sportivi sono quelli che hanno mostrato una riduzione minore (-3,3%), anche se rispetto al 2017 hanno quasi dimezzato le vendite (-49,3%).

Nel mese di dicembre 2021 sono stati registrati 44,6 milioni di utenti unici, che hanno navigato in rete per un totale di poco superiore a 59 ore di navigazione, in media, a persona. Ai primi posti si confermano siti web e applicazioni che si appoggiano ai big player internazionali, seguono quelli relativi ad alcuni tra i principali gruppi editoriali nazionali (Rcs Mediagroup, Mediaset, ItaliaOnline, GEDI).

L’analisi della dinamica delle piattaforme online di e-commerce colloca al primo posto le proprietà di Amazon (flessione di 1,8 milioni di visitatori), seguono Ebay (contrazione pari a 2,8 milioni di utenti unici) e Subito.it, (flessione di 0,7 milioni di utenti).

L’allentamento delle misure per combattere la pandemia non ha attenuato la propensione degli utenti a navigare sulle piattaforme di contenuti audiovisivi a pagamento. I dati mensili del 2021 risultano costantemente superiori a quelli corrispondentemente registrati nel 2020 mentre, in media all’anno, gli utenti unici sono cresciuti di circa 600 mila unità. Nel 2021 l’andamento del tempo di navigazione sui principali siti di streaming video a pagamento è stato pari a circa 44,2 milioni di ore mensili, in crescita del 4,5% rispetto al 2020 e del 29,0% rispetto al 2019. Secondo tali dati la fruizione di contenuti video online a pagamento sta entrando in modo strutturale nelle abitudini di consumo delle famiglie italiane.

Nel settore postale c’è stato un aumento complessivo del 2,3%, con i servizi di corrispondenza complessivamente in crescita del 2,5%, mentre quelli di consegna di pacchi hanno registrato un incremento del 2,2%. Con riferimento all’intero 2021, la crescita rispetto al 2020 del settore postale è stata del 14,0%. Per i volumi, invece, nel corso del 2021 i pacchi complessivamente consegnati sono stati circa 950 milioni, +16,4% rispetto ai volumi del 2020 e +62,8% rispetto al 2019. Questo testimonia come il ricorso agli acquisti online si stia sempre più diffondendo come usuale modalità di acquisto. Il quadro concorrenziale del settore, nel suo complesso, conferma il Gruppo Poste Italiane quale principale operatore (37,0%), seguito da Amazon (13,5%), e da BRT (13,0%).