Il blocco del trattamento dei dati da parte di ChatGPT voluto dal Garante della
privacy e la conseguente sospensione del servizio decisa dalla start up
ideatrice, OpenAi, hanno richiesto agli sviluppatori e alle aziende che in Italia
lavorano con il potente algoritmo una progettazione di soluzioni e
idee. Giacomo Mollo, cofondatore e partner di In3Ventures, che si occupa di
accompagnare le multinazionali in processi di investimento in start up, spiega
che in poche settimane la febbre da ChatGPT è esplosa con start up che
propongono integrazioni in tutti i settori e che questa sospensione porterà
inevitabilmente una scrematura.
Il Garante della privacy ha imposto venti giorni di stop della tecnologia che
aveva permesso di accelerare l’innovazione tecnologica di aziende e start up. La
società che ha sospeso il servizio si è detta pronta a collaborare con il Garante
per trovare una soluzione.
La soluzione più immediata è l’utilizzo di GPT-3 di Microsoft, la rete neurale che,
sulla base di 175 milioni di parametri, genera parola dopo parola un testo sulla
base delle istruzioni fornite. Bisogna immaginare GPT-3 e ChatGPT come piani
diversi di uno stesso edificio di cui il primo è il piano terra. La differenza
fondamentale sta nel fatto che in ChatGPT i dati personali che cediamo, anche
vengono processati, almeno per ora, solo negli Stati Uniti; invece, con GPT-3 il
dato resta entro i confini europei, dato che Microsoft ha localizzato il servizio.
Inoltre, ogni azienda vuole integrarlo può addestrare il programma solo sui set di
dati di cui possiede e di cui ha la titolarità.
Un caso è la Chatbot della compagnia di assicurazioni Helvetia, che ha integrato
ChatGPT nel suo Clara. Appena si apre la conversazione, Clara mette subito in
evidenza il link alla privacy policy. A Wired l'azienda ha fatto sapere che
“Helvetia utilizza la tecnologia ChatGTP solo per generare risposte basate sui
contenuti web di Helvetia Svizzera. Oltre alla richiesta specifica, trasferiamo
quindi a OpenAI solo informazioni accessibili al pubblico provenienti dalle nostre
fonti. La protezione dei dati è quindi adeguatamente garantita in conformità alla
legislazione svizzera”.
(C.D.G.)