IL CONTROLLO DELLE EMOZIONI IN CINA TRAMITE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

I nuovi sistemi di riconoscimento usati in Cina non verificano soltanto i lineamenti del viso, ma vengono usati per controllare le emozioni delle persone, la loro salute mentale e la loro origine etnica. Questa pratica offre potenziali vantaggi per la stabilità sociale ma solleva anche serie preoccupazioni riguardo alla libertà individuale e all’autonomia emotiva.

Vaste reti di telecamere di sorveglianza dotate di riconoscimento facciale e analisi delle espressioni sono state distribuite in tutto il Paese. Queste telecamere possono individuare sottili variazioni nell’espressione facciale e nei movimenti del corpo, consentendo al governo di rilevare stati emotivi come felicità, tristezza o rabbia.

La Cina è il primo paese al mondo per utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale e l’industria del riconoscimento delle emozioni è in piena espansione. Oltre che nel settore della sicurezza, gli strumenti di controllo delle emozioni sono stati installati anche in alcune scuole per monitorare insegnanti, alunni e personale, nelle case di cura per anziani per rilevare i cambiamenti nello stato emotivo dei residenti e in alcuni centri commerciali e parcheggi.

L’opinione pubblica ha sollevato alcune critiche rispetto all’uso della tecnologia di riconoscimento delle emozioni nelle scuole, ma quasi nessuna discussione rispetto all’uso fatto dalle autorità per controllare la popolazione in generale. Le tecnologie di riconoscimento delle emozioni sono presumibilmente in grado di dedurre i sentimenti di una persona sulla base di tratti come i movimenti muscolari del viso, il tono della voce, i movimenti del corpo e altri segnali biometrici, rilevando espressioni facciali collegate alla rabbia, tristezza, felicità o noia. La raccolta di queste informazioni sarebbe quindi utile a prevenire crimini o comportamenti violenti. Dall’altra parte però, questi dati possono tranquillamente essere usati per profilare e monitorare le persone all’interno della già super sorvegliata società cinese.

Numerosi attivisti per i diritti umani contestano questi sistemi di riconoscimento come basati su stereotipi pseudo-scientifici e potenzialmente molto pericolosi per quanto riguarda la tutela della privacy e la libertà d’espressione. La mancanza di leggi ad hoc dà completa libertà allo sviluppo di queste tecnologie e alla raccolta di impressionanti quantità di dati.

 

C.T.