Il “deepfake” in Italia: da Striscia la notizia alla realtà

Il noto programma televisivo “Striscia la Notizia”, in onda su Canale 5 in access prime time, è giunto alla 32esima edizione. Una longevità invidiabile, frutto di evoluzioni continue ed innovative nel corso degli anni. Ebbene, tra queste spiccano dei fuorionda esclusivi, i cui protagonisti sono stati politici, come ad esempio Matteo Renzi, ma anche personaggi appartenenti al mondo dello sport, come Massimiliano Allegri.

Il primo si trova seduto ad una scrivania mentre racconta della sua scissione dal PD, sbeffeggiando sia membri del suo ex partito sia del governo Conte. Se il fuorionda fosse stato vero, con ogni probabilità sarebbe scoppiato il finimondo. Eppure, il video trasmesso su Mediaset da Striscia la notizia per la puntata d’esordio della nuova stagione, risultava talmente ben realizzato da indurre in errore non pochi telespettatori, oltre a innumerevoli reazioni sui social. Da non sottovalutare anche l’effetto alimentato dal fatto che all’ora di cena, dopo una giornata di lavoro, si possa verificare una diminuzione delle difese cognitive.

La stessa sorte è toccata, la settimana successiva, all’ex allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri, immortalato mentre guarda il derby d’Italia, Inter – Juventus, rivolgendo parole taglienti nei confronti dei suoi ex dirigenti. Anche in questo caso, la qualità del video è tale da fuorviare gli spettatori non particolarmente attenti, ma è anche vero che, trattandosi di un siparietto analogo a quello che ha visto protagonista Matteo Renzi, lo scherzo risulta più evidente.

La verosimiglianza prodotta è frutto dell’intelligenza artificiale 4.0: il fuorionda di Renzi rappresenta, infatti, il primo approdo in Italia della tecnologia “deepfake”, grazie alla quale, mediante software che utilizzano algoritmi di “machine learning”, si è in grado di modificare non solo l’immagine ma anche la voce di persone reali. Inoltre, grazie alla sincronizzazione del labiale e alla sovrapposizione delle espressioni facciali di un’altra persona, è possibile attribuire concretamente a chiunque parole mai pronunciate e manipolare così interi discorsi.

Tant’è vero che Michele Anzaldi, deputato di “Italia viva”, il nuovo partito di Renzi, nonché segretario della commissione di Vigilanza Rai, ha espresso la necessità, da parte delle autorità competenti, di porre dei paletti in modo da utilizzare questa nuova tecnologia in modo appropriato.

Se questi, però, sono casi di deepfake dichiarati, sarebbe interessante capire cosa accadrebbe se iniziassero a circolare video come questi senza alcuna indicazione circa la loro falsa natura e, nel caso, quali provvedimenti prenderebbero le piattaforme.

D’altronde, viviamo nell’epoca della “post-verità”, in cui da un lato risulta facile trovare notizie, dall’altro però informarsi correttamente è diventato sempre più difficile.

A tal proposito, è bene riportare un dato particolarmente significativo: l’8 Settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, una ricorrenza voluta dall’Unesco per porre l’attenzione su una piaga che affligge milioni di persone e, in particolare, il 47% della popolazione italiana: l’analfabetismo funzionale.

Ciò accade soprattutto quando si naviga sui social networks, dove la viralità è ormai una caratteristica che si cela dietro qualsiasi notizia pubblicata.

In questo scenario, decisamente difficile da circoscrivere, non esistono particolari soluzioni da adottare, se non quella suggerita all’interno di un paper del Parlamento Europeo in tema di disinformazione online:

«Sul web bisogna comportarsi come se ogni giorno fosse il primo d’aprile».