LA FOTO PROFILO DI WHATSAPP NON E’ DI DOMINIO PUBBLICO

Pubblicare sui social la foto del profilo di WhatsApp di un’altra persona, senza il suo esplicito consenso, costituisce un trattamento illecito di dati personali. A stabilirlo è la Corte di Cassazione penale, Sezione V, che il 25 agosto, con la sentenza n. 29683, ha chiarito che anche le immagini utilizzate come foto profilo rientrano nella tutela prevista dalla normativa sulla privacy, soprattutto se nell’immagine è presente un minore.

Il caso esaminato riguardava la condotta di un uomo che, in seguito a un litigio, ha diffuso all’interno di un gruppo Facebook dedicato al culturismo la foto profilo WhatsApp di un altro utente che lo ritraeva insieme alla propria figlia minorenne. Il responsabile, un poliziotto, è stato condannato a un anno e un mese di reclusione, oltre al pagamento immediato di una provvisionale di 5 mila euro a titolo di risarcimento danni.

Oltre ad aver pubblicato l’immagine ha anche commesso una serie di ulteriori illeciti, tra cui diffamazione aggravata, accesso abusivo a un sistema informatico, minaccia e violazione della privacy. Dopo una serie di insulti pubblicati all’interno del gruppo, il conflitto è poi degenerato con la diffusione di una foto che ritraeva il rivale in un contesto personale. Successivamente, il poliziotto ha recuperato i dati personali dell’uomo, ha inviato messaggi intimidatori e ha infine pubblicato la foto in questione, accompagnata da minacce pubbliche.

La sentenza ha quindi sottolineato come la condivisione non autorizzata di contenuti privati, anche se visibili e pubblici sull’app di messaggistica, possa comportare gravi conseguenze penali, specialmente nel caso in cui sono coinvolti dei soggetti vulnerabili come i minori.

S.C.