L’emergenza Covid-19 sta accelerando i processi di digitalizzazione delle banche. Esse operano in un ambiente più liquido, che necessita di un modello di business dinamico. L’alleanza tra tecnologia e finanza ha trasformato i servizi finanziari. Gli istituti di credito, a seguito delle vincolanti misure di contenimento emanate in questi mesi, hanno fatto ricorso in modo massiccio ai canali on line. Difficilmente, però, terminata l’emergenza, il sistema creditizio tornerà alle modalità tradizionali di interazione con i clienti e di gestione delle risorse umane.
Il mobile banking (da smartphone) e l’internet banking (da pc) sono sempre più diffusi, poiché si fondano sulla rapidità e la flessibilità. Il sistema creditizio sta puntando sul web. Nel 2019 l’80% delle banche ha dichiarato un incremento degli investimenti sul mobile banking e il 50% delle banche ha potenziato i servizi di internet banking. Oggi il 70% delle banche offre anche app sul tablet e il 50% su smartwatch.
La pandemia ha inoltre modificato l’organizzazione del lavoro, come documenta un recente report di Boston Consulting. Moltissime banche hanno attivato lo smart working per il 90-95% dei loro dipendenti e l’evoluzione dei modelli operativi proseguirà anche dopo la fine di questa fase emergenziale, visto che ormai la clientela tende ad abituarsi ai nuovi canali digitali, dai video a quelli telefonici, sia per compiere operazioni che per chiedere consulenze sugli investimenti.
Infatti, le banche non si limitano ad offrire ai loro clienti la consultazione del saldo o della lista dei movimenti bancari o le operazioni in ambito payment, ma stanno informatizzando le loro attività anche per soddisfare al meglio ogni richiesta dei loro correntisti. La tecnologia, in altre parole, è sempre più per loro una leva competitiva, che peraltro incrementa l’efficienza dei processi e riduce i costi di erogazione dei servizi.