In relazione alla recente approvazione dell’AI Act, la nuova regolamentazione europea sull’Intelligenza Artificiale, molti professionisti del settore legale stanno ponderando l’impatto di questa nuova normativa, la quale porterà allo sviluppo di nuove prospettive professionali, a patto che siano adottati tre prerequisiti fondamentali.
È necessario che i professionisti inizino ad approfondire la conoscenza dell’Intelligenza Artificiale. Questo implicherà un doppio investimento, sia dal punto di vista finanziario, poiché l’adozione dell’AI comporterà notevoli spese in capacità di calcolo e nuovi abbonamenti a software specializzati, sia dal punto di vista temporale, considerando che acquisire competenze nell’uso di questa tecnologia richiederà uno sforzo di apprendimento non trascurabile.
Gli avvocati dovranno adottare un approccio multidisciplinare, creando sinergie con informatici e sociologi, in quanto l’AI comporterà valutazioni non solo di carattere giuridico, ma anche tecnologico, etico e sociale.
Inoltre, sarà necessario che i professionisti sviluppino competenze che permettano di valutare il rischio dell’impiego delle tecnologie AI. Nel prossimo anno, infatti, oltre al GDPR e al Regolamento sull’Intelligenza Artificiale sarà necessario confrontarsi con il Digital Service Act, il Digital Market Act, il Data Act e il Data Governance Act. Si tratta di normative che condividono la necessità di valutare le attività in termini di rischio.
Solo dopo aver soddisfatto tali prerequisiti, il nuovo Regolamento sull’Intelligenza Artificiale rappresenterà un’interessante opportunità professionale, in relazione a tre grandi direttrici:
- valutazione dell’impatto sui diritti dell’uomo, attività richiesta dal regolamento che diventerà fondamentale per coloro che investiranno nell’Intelligenza Artificiale;
- supporto alle start-up: l’Unione europea sembra infatti intenzionata a delineare dei percorsi di consulenza per le piccole e media imprese, a patto che il professionista sia a conoscenza delle dinamiche legate all’AI;
- anticipated voluntary compliance: l’AI Pact permette di adottare il Regolamento prima della sua effettiva entrata in vigore, piano che facilita l’implementazione anticipata delle misure previste dall’AI Act.
Per i professionisti del settore, ChatGPT, in particolare, fornisce una prospettiva interessante su ciò che ci riserva e sulle nuove opportunità per migliorare l’efficienza e ottenere informazioni approfondite.
Nel concreto la maggior parte degli avvocati, infatti, afferma che questa tecnologia può svolgere un ruolo fondamentale nell’automatizzare operazioni legali di routine come la redazione di contratti e la revisioni di documenti, oltre a contribuire a completare un gran numero di attività nel breve periodo.
Anche se gli strumenti a disposizione degli avvocati stanno diventando sempre più sofisticati e potenti, grazie a piattaforme specifiche, siamo ancora all’inizio di questa rivoluzione.
Di questi temi parlerà il fondatore del nostro portale, il prof. Ruben Razzante intervenendo domani alle ore 13, in una iniziativa promossa da Futuro Forense intitolata “Pace e Futuro”. Per gli avvocati partecipanti sono previsti due crediti formativi, di cui uno in materia obbligatoria previdenziale.
C.L.