“L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON DEVE ESSERE CONCEPITA COME UNA SCORCIATOIA”

Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti dei Corecom regionali attraverso interviste su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e del sistema dei media.

Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente del Corecom Marche, Cinzia Grucci.

Il tema del “vero e falso nel mainstream e in rete” è una costante del Corecom Marche (ma anche di altri Corecom d’Italia) che quest’anno abbiamo voluto riproporre anche alle giovani generazioni, con un accenno alle problematiche dell’Intelligenza Artificiale generativa. La ricerca del vero nelle notizie trattate dai media tradizionali e dai social media (per i giovani soprattutto questi ultimi) rappresenta l’essenza della “mission” dei Comitati. Significa voler entrare nel “core” del concetto di comunicazione stimolando lo spirito critico nell’utenza e lo spirito etico nei soggetti che costruiscono l’informazione. Si consideri come in rete e nei social media in particolare, questi due soggetti coincidano, ovvero chi fruisce della notizia è al tempo stesso, per altri fatti, colui che la crea.

Ritengo che per le nuove generazioni valgano ancor più pesantemente le problematiche che attagliano il pubblico adulto. Il tema è anche un problema educativo. L’educazione ai media non è più un tema distinto, a sé stante nelle tematiche educative ma costituisce oggi uno dei principali problemi educativi. Capire gli strumenti che si stanno usando, la loro pervasività e la loro potenza, la permanenza delle notizie in rete, l’impossibilità di cancellarle in maniera definitiva ed assoluta sono passi che i giovani devono poter compiere e cui devono essere stimolati. La web reputation è importantissima, ma va guardata da due angoli visuali: devo avere a cuore la mia reputazione ma anche quella altrui, che sono io che contribuisco a costruire, proprio per il motivo di cui si accennava prima che in rete l’utente riceve e invia informazione. Occorre che i giovani valutino come funzionano gli strumenti che si stanno usando, che conseguenze potrà avere un loro uso superficiale e/o irresponsabile. Il tema della tutela della privacy è essenziale: da tempo il Garante Nazionale della Privacy se ne è accorto ed è recente la firma di un protocollo di collaborazione tra Garante e Corecom d’Italia. Ma non si vuole in questa sede anticipare troppo su un evento che nel mese di gennaio 2024 verrà ampiamente diffuso e commentato.

Certamente non si può disconoscere l’importanza dell’Intelligenza Artificiale generativa nella futura costruzione della notizia. Per le giovani generazioni l’AI non deve essere concepita come una scorciatoia all’impegno di pensare (dopo essersi debitamente documentati) ma innanzitutto come un oggetto di studio e di conseguente valutazione. Non si può ignorare la portata di questo strumento, perché di strumento si tratta. Va spiegato e studiato in primis sotto il profilo tecnico. Quindi sotto il profilo filosofico, etico e, in senso globale, comunicativo.

Ritengo che questo spirito di approfondimento valga anche per il settore del “gaming”. Se l’Intelligenza Artificiale è uno strumento, può utilizzarsi in senso negativo e in senso positivo. Docenti e ricercatori dell’Università politecnica delle Marche, in un progetto del Corecom e della Consulta antibullismo della nostra regione datato 2021, hanno proprio utilizzato l’AI per rilevare casi di cyberbullismo e discorsi d’odio on line.