Le tecnologie intelligenti stanno diventando fondamentali nella nostra quotidianità, tanto da diventare quasi indispensabili. Di conseguenza, si è avvertita la necessità di emanare una legge che stabilisse i limiti e le modalità d’uso di questi strumenti. In seguito all’AI Act (la normativa europea in materia AI), l’Italia è il primo paese europeo ad approvare la prima legge sull’Intelligenza Artificiale (“Disposizioni e delega al Governo in materia di Intelligenza Artificiale”). Questa si compone di 28 articoli suddivisi in 6 sezioni, che delineano i principi di utilizzo, i limiti dell’AI e stabilisce i diritti di chi le utilizza. Oltre ad una prospettiva generale, ne presenta una specifica per i diversi settori: pubblica amministrazione, sanità e giustizia.
L’articolo 14 mette a punto l’uso dell’AI nella pubblica amministrazione. Si stabilisce l’uso di questa tecnologia per aiutare i dipendenti nell’incrementare la propria efficienza, nel ridurre i tempi dei procedimenti e nel migliorare la qualità e la quantità dei servizi erogati. Inoltre, si evidenzia come l’AI può supportare l’uomo nella gestione, organizzazione e fruizione delle informazioni, ribadendo l’importanza della conoscenza dello strumento e della tracciabilità del suo utilizzo.
L’articolo 7 introduce principi e limiti specifici per l’utilizzo dell’AI in ambito sanitario, stabilendo il supporto dello strumento nelle diagnosi e nelle terapie fatte dal medico. Inoltre, viene ribadito il divieto assoluto di qualsiasi uso discriminatorio che comprometta l’equità di accesso alle cure. Infine, l’articolo promuove la ricerca scientifica in ambito medico e l’integrazione dell’AI nei sistemi digitali sanitari, nel rispetto dei principi di riservatezza e protezione dei dati personali.
L’articolo 11 è dedicato alle specifiche garanzie del lavoro, assicurando la tutela dei diritti dei dipendenti e prevedendo l’istituzione di un Osservatorio nazionale incaricato di monitorare l’impatto occupazionale dell’AI.
L’articolo 15 stabilisce il supporto organizzativo e gestionale dell’AI nell’ambito giuridico, evidenziando l’impossibilità di sostituzione da parte della tecnologia intelligente del personale giudiziario.
Fondamentale il diritto d’autore, a cui viene dedicato l’articolo 25, che tutela le opere intellettuali. Stabilendo che solo quelle con contributo umano sono protette, mentre le opere generate interamente da AI non lo sono ed inoltre, è permessa la riproduzione da fonti legittime tramite AI.
C.Z.