Esasperazione alle stelle e manifestazioni anti-lockdown in tutt’Italia

Da due giorni ormai impazzano le proteste nelle principali piazze italiane e la disperazione di commercianti, ristoratori ed, in alcuni casi, anche ambulanti non si frena più.
Le chiusure durano da troppo tempo e molti a tal proposito parlano di un cosiddetto “lockdown di settore”, mirato ad abbattere esclusivamente determinate categorie che “servono di meno”. Ma la verità è che ogni lavoro ha pari dignità e nessuno vale meno di un altro, quindi ci deve essere omogeneità di trattamento verso tutti.

La richiesta di queste anime disperate scese in piazza, infatti, è quella di allentare fin da subito le misure anti-Covid, nonostante s’intravvedano spiragli di riaperture a partire dal 20 Aprile. Tra le varie città teatro di manifestazioni Roma e Milano fanno da bandiera: a Roma in particolare ci sono stati momenti di alta tensione ieri davanti a Montecitorio, con scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine, schierate in assetto anti-sommossa. Il clima è stato tesissimo e la polizia si è trovata costretta ben due volte a caricare i manifestanti, in quanto nella seconda parte della giornata di ieri la situazione è peggiorata e ci sono stati lanci di fumogeni e bottiglie di vetro. Inoltre, purtroppo, gran parte dei cittadini scesi in piazza ha dimenticato velocemente le norme di distanziamento, manifestando spesso senza mascherina, e non disdegnando l’idea di scontrarsi anche fisicamente con i corpi armati, con tutti i rischi di infezione annessi e connessi. “Buffoni” e “libertà”, assieme all’inno di Mameli, sono state le parole più urlate dai manifestanti, stanchi di rimanere a casa senza lavoro e senza risposte rassicuranti da parte del Governo.

 

A Milano la protesta non si è fatta attendere: è iniziata in mattinata in piazza Duca d’Aosta, organizzata da una delegazione di ambulanti. Poi è seguito un corteo non autorizzato addirittura nei pressi della Prefettura.

”Vogliamo solo lavorare, non chiediamo altro”, hanno gridato i manifestanti che non intendevano lasciare la piazza. ”Rimanete tutti qua, prima o poi qualcuno dovrà riceverci”, invocavano gli organizzatori parlando ai manifestanti. Paolo Bianchini, presidente di Movimento Imprese Ospitalità (Mio), si è dissociato da ogni forma di violenza verificatasi, affermando però che tutti erano consapevoli che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. I rappresentanti di Mio Italia, inoltre, hanno annunciato in piazza che i piccoli imprenditori del comparto dell’ospitalità a tavola (Horeca) associati al movimento riapriranno a pranzo e a cena. “Non è una provocazione, né un atto dimostrativo, ma una questione di sopravvivenza”, hanno sostenuto. In tutti questi mesi “abbiamo sentito tante chiacchiere, avuto tante pacche sulle spalle da parte di tutti i politici che ci hanno ripetuto che siamo in guerra, da domani noi torneremo a lavoro”.

Anche a Taranto si è verificata una protesta da parte dei commercianti ed un sit-in di protesta. “Il futuro non (si) chiude”: è la frase riportata su uno dei manifesti esposti dai titolari delle imprese del terziario aderenti a Confcommercio, che questa mattina hanno tenuto un sit-in in sulla Rotonda del Lungomare per protestare contro il protrarsi delle chiusure disposte dai decreti governativi per l’emergenza epidemiologica. I manifestanti hanno testimoniato l’urgenza, condivisa da tutte le categorie associate, di consentire la ripartenza delle attività nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza e di prevedere indennizzi e sostegni adeguati alle perdite. “Noi continuiamo ad andare avanti con una protesta civile, tutti con la mascherina, rispettando le distanze di sicurezza – ha sostenuto un manifestante. C’è una esasperazione dilagante che speriamo non sfoci in manifestazioni ben più dure. Ce lo auguriamo perché vorrà dire che il governo sarà intervenuto finalmente con provvedimenti seri per il commercio e per tutte le categorie che sono state dimenticate da Dio”.

In Campania invece, la protesta si è fatta sentire su due fronti: in un primo momento gli aderenti alla Confesercenti di quindici categorie merceologiche (benzinai, ambulanti, orafi e gioiellieri, moda, esercenti pubblici, imprese balneari, guide turistiche e interpreti, case vacanza e ostelli, parrucchieri ed estetiste, federazione turismo, sindacato delle discoteche tra le altre) si sono riuniti in centinaia a Napoli, in piazza del Plebiscito, sede della Prefettura, per chiedere la riapertura immediata dei loro esercizi. Tra i più arrabbiati gli ambulanti: “Non capiamo la differenza tra chi vende alimenti e chi no – spiega uno di loro mentre gli altri scandiscono lo slogan “libertà, libertà” – Apriamo tutti da domani, senza distinzioni, non ce la facciamo più. Oppure presentiamoci in massa alla Mostra d’Oltremare per fare i vaccini. E se non ci sono non è certo colpa nostra”.

Su un secondo fronte, diversi ambulanti e mercatari ieri mattina hanno occupato l’autostrada Napoli-Caserta in segno di protesta e non si sono mossi dalla strada fin quando la questione non è stata sollevata ufficialmente ed è arrivata alle orecchie del Governo.

 Proteste degli ambulanti anche in piazza Duomo a Pistoia, dove è stato allestito un finto mercato con i loro furgoni, ma senza merce esposta, per manifestare contro la mancata riapertura dei mercati in zona rossa. “La nostra richiesta è di poter lavorare – ha spiegato Antonio Gualtieri, portavoce degli ambulanti del mercato di Pistoia -, perché i ristori non sono sufficienti e non a tutti arrivano, quindi abbiamo assoluto bisogno di lavorare. Noi oltretutto lavoriamo in sicurezza, perché siamo all’aperto, quindi non si capisce perché dobbiamo rimanere chiusi”.
Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha espresso la sua solidarietà e vicinanza al funzionario della Polizia di Stato rimasto ferito durante la manifestazione in Piazza Montecitorio. <In questo momento –ha aggiunto la titolare del Viminale- le proteste sono alimentate dalla situazione estremamente delicata per il Paese ma resta inammissibile qualsiasi comportamento violento nei confronti di chi è impegnato a difendere la legalità e la sicurezza”.

Se non ci saranno risposte esaurienti, le categorie pronte a manifestare aumenteranno e la situazione potrebbe davvero sfuggire di mano.