ODG TUTELA LE VITTIME DI VIOLENZA

La professione giornalistica è intrinsecamente legata alla responsabilità sociale di informare il pubblico in modo accurato e obiettivo. Tuttavia, sorgono spesso questioni etiche complesse quando si tratta di trattare notizie che coinvolgono vittime di reati.

Recentemente l’Esecutivo del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, preso atto che su un quotidiano online è stato reso noto il nome della ragazza vittima dello stupro di Palermo, compiendo da parte del quotidiano una gravissima violazione della deontologia professionale, ha deferito al consiglio di disciplina il direttore della testata.

In questo caso non ci sono dubbi. Come sancito nella Carta dei doveri del giornalista, “i nomi delle vittime di violenze sessuali non vanno pubblicati né si possono fornire particolari che possano condurre alla loro identificazione a meno che ciò sia richiesto dalle stesse vittime per motivi di rilevante interesse generale”.

Infatti, le Commissioni Pari Opportunità di CNOG, FNSI, Usigrai e l’associazione Giulia Giornaliste, nel ricordare i principi contenuti nel Manifesto di Venezia e nell’articolo 5 bis del testo unico deontologico, hanno denunciato la gravità del contenuto dell’articolo pubblicato sul quotidiano online, in cui sono riportati il nome e il cognome della ragazza violentata. Una scelta che rappresenta una violazione di gravità assoluta, che comporta conseguenze, di carattere sanzionatorio e penale.

Il Giornale di Sicilia ha intervistato sul tema il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che ha dichiarato: “Chi rivela l’identità di persone oggetto di violenza va perseguito”.  Il presidente Bartoli ha poi ribadito che “i giornalisti devono continuare a osservare comportamenti corretti e professionali, sempre, anche quando lavorano sui siti o stanno sui social. Un giornalista nei suoi resoconti, deve mantenere riservata l’identità della persona oggetto di violenza”.