La controversa questione della privacy su WhatsApp

Lo scorso gennaio WhatsApp aveva annunciato nuovi termini di utilizzo per consentire un passaggio più facile dei dati tra l’app e la controllante, così da monetizzare maggiormente il servizio. Tuttavia, in seguito alle numerose polemiche suscitate dall’annuncio, il social network aveva dunque deciso di posticipare l’aggiornamento dei termini d’uso e dell’informativa della privacy, prevista per lo scorso 8 febbraio, al 15 maggio, al fine di consentire a tutti gli utenti di controllare per tempo le informazioni presentate.

L’entrata in vigore della nuova privacy non ha comportato l’eliminazione di nessun account né la perdita delle sue funzionalità a seguito dell’aggiornamento, tuttavia, l’app continuerà a ricordare, a chi non lo avesse ancora fatto, di verificare e accettare le nuove condizioni, promemoria che, dopo un periodo di alcune settimane, risulterà persistente.

A partire da quel momento, l’app inizierà a limitare l’accesso alle funzionalità fino a quando l’utente non accetterà gli aggiornamenti. In particolare, non sarà più possibile accedere all’elenco delle chat, ma si potrà ancora rispondere alle chiamate e alle videochiamate in arrivo. Inoltre, col passare delle settimane, non sarà più nemmeno possibile ricevere chiamate in arrivo o notifiche e WhatsApp interromperà l’invio di messaggi e chiamate al telefono. Per tornare ad utilizzare pienamente le funzionalità dell’app sarà dunque necessario accettare le politiche sulla privacy.

Sarà in ogni caso possibile cancellare il proprio account ricordandosi, tuttavia, che si tratta di un’operazione irreversibile in quanto comporta l’eliminazione della cronologia dei messaggi, l’eliminazione dei backup dell’app e la rimozione dell’account da tutti i tuoi gruppi WhatsApp.
Fermo restando che, come si legge sul sito di WhatsApp, “per garantire la sicurezza, limitare la conservazione dei dati e proteggere la privacy dei nostri utenti, gli account WhatsApp generalmente vengono eliminati dopo 120 giorni di inattività. Per inattività si intende la mancata connessione dell’utente a WhatsApp”.

A tal proposito, il Garante della privacy ha interpellato al riguardo il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati e si è così espresso in una nota del 14 gennaio 2021: “Dai termini di servizio e dalla nuova informativa non risulta possibile, per gli utenti, evincere quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica dopo l’8 febbraio. Tale informativa non appare pertanto idonea a consentire agli utenti di Whatsapp la manifestazione di una volontà libera e consapevole”. Il Garante si è riservato di intervenire in via d’urgenza a tutela degli utenti italiani per il rispetto della normativa sulla data protection.