QUANDO E COME È NATA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’Intelligenza Artificiale è una disciplina recente, che negli anni ha contribuito in maniera importante al progresso dell’intera informatica. Essa è stata influenzata da numerose discipline come la filosofia, la matematica, la psicologia, la cibernetica e le scienze cognitive.

Essa studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono di progettare sistemi hardware e sistemi di programmi software atti a fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.

Si tratta di una tecnologia abbastanza recente. Si parte, infatti, dagli anni Cinquanta, anni di grande fermento scientifico sullo studio del calcolatore e il suo utilizzo per sistemi intelligenti.

La data di nascita ufficiale si fa ricadere nel 1956 presso il Darmouth College, nel New Hampshire, dove si tenne un convegno estivo al quale presero parte i maggiori esponenti di informatica di allora e durante il quale si raccolsero i principali contributi sul tema, ponendo anche l’attenzione sugli sviluppi futuri.

Durante il convegno di Darmouth ebbe un ruolo fondamentale il lavoro di Alan Turing che già nel 1936 aveva posto le basi per i concetti di calcolabilità, computabilità e la macchina di Turing. Nel 1950, lo stesso Turing, scrisse l’articolo intitolato “Computing machinery and intelligence”, in cui proponeva quello che sarebbe divenuto noto come “test di Turing”. Secondo tale test, una macchina poteva essere considerata intelligente se il suo comportamento, osservato da un essere umano, fosse considerato indistinguibile da quello di una persona.

Nello stesso convegno, un’altra iniziativa catalizzò l’attenzione: il programma di Allen Newell e Herbert Simon. Questi due ricercatori avevano già un programma capace di qualche forma di ragionamento, conosciuto con il nome di Logic Theorist, o LP, in grado di dimostrare teoremi partendo dai principi della matematica. Sempre nello stesso convegno, McCarthy introdusse l’espressione intelligenza artificiale, che segnò, in maniera indelebile, la nascita effettiva di tale disciplina, conferendole una natura propria.

Grazie, dunque, a questo convegno il tema dell’Intelligenza Artificiale ricevette attenzione da parte della comunità scientifica, portando alla nascita di diversi approcci come la logica matematica e le reti neurali.

Tra le varie aspirazioni da parte dei ricercatori vi era principalmente quella di creare macchine in grado di esibire capacità di ragionamento simili a quelle umane. Ad esempio, Herbert Simon, nel 1957, stimò che nel giro di dieci anni ci sarebbero state macchine in grado di competere con i campioni di scacchi.

Queste aspirazioni, però, dovettero scontrarsi con alcune difficoltà: prime fra tutte, l’assoluta mancanza di conoscenza semantica relativa ai domini trattati dalle macchine, in quanto la loro capacità di ragionamento si limitava a una mera manipolazione sintattica. A causa di questa difficoltà, nel 1966 il governo degli Stati Uniti d’America interruppe i fondi per lo sviluppo delle macchine traduttrici.

In quel contesto emersero due paradigmi principali:

A partire da questo ridimensionamento delle aspettative all’inizio degli anni Ottanta dello scorso secolo, nacque l’intelligenza artificiale come industria.

Il primo sistema di intelligenza artificiale utilizzato in ambito commerciale fu R1, sviluppato nel 1982, dall’azienda Digital Equipement.

Nello stesso anno venne progettato il primo sistema esperto commerciale di successo, che supportava le configurazioni di ordini per nuovi sistemi di elaborazione in un’azienda produttrice. L’intelligenza artificiale entrò, così, a far parte di un ampio sforzo che includeva la progettazione di chip e la ricerca relativa alle interfacce uomo-macchina.

Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è stata caratterizzata da numerosi cambiamenti sia a livello metodologico sia a livello contenutistico. Attualmente la tendenza comune è quella di partire da teorie già esistenti piuttosto che inventarne di nuove, basando le asserzioni su teoremi rigorosamente dimostrati o su evidenze sperimentali. L’attenzione è stata rivolta a problemi reali chiaramente delimitati, come il riconoscimento del parlato o la pianificazione delle attività di una fabbrica. Ciò che resta della caratterizzazione dell’intelligenza artificiale delle origini, è la pluralità di approcci: accanto al tradizionale approccio logico della rappresentazione della conoscenza, ha acquistato peso crescente l’approccio subsimbolico, concepito per dotare i sistemi di intelligenza artificiale di prestazioni intelligenti anche senza una rappresentazione dettagliata della conoscenza.

Al giorno d’oggi i sistemi intelligenti sono presenti in ogni campo, anche nelle attività quotidiane e primeggiano nei giochi, come teorizzato anni prima dagli esponenti dell’intelligenza artificiale. Vi sono programmi che sono stati in grado di confrontarsi con campioni di scacchi, quali Deep Blue; altri che sono stati impiegati nelle missioni spaziali, come nel 1998 quando la NASA utilizzò un programma chiamato Remote Agent in grado di gestire le attività relative a un sistema spaziale; alcune auto sono oggi dotate di un sistema in grado di guidarle senza l’uso di un conducente umano, quindi in maniera del tutto autonoma. Nell’ambito di scenari più quotidiani basta pensare, invece, ai termostati per il riscaldamento e l’aria condizionata in grado di anticipare il cambio di temperatura, gestire i bisogni degli abitanti e di interagire con altri dispositivi. In campo economico, particolarmente sensibile al cambiamento è il tasso di occupazione in generale, come nella tecnofinanza dove avviene la più profonda rivoluzione.

Di questo passo grazie all’IA sarà possibile creare nuovi prodotti e servizi, in ambito non solo industriale ma anche commerciale. Conseguentemente, potranno nascere anche nuovi consumatori e nuovi mercati. Investire oggi in Intelligenza Artificiale significa investire nel futuro, potenziando già fin da subito il proprio business.