L’Intelligenza Artificiale sta trasformando il terzo settore e non solo, annunciando un futuro in cui anche il mondo della sanità avrà una marcia in più. Quando si parla di progresso in ambito medico o scientifico le reazioni sono immediate e le opinioni corrono tra online e offline in cerca di qualche certezza concreta. Una sicurezza pare si stia effettivamente consolidando sempre di più e riguarda le normative sull’AI.
Già in Europa vige il Regolamento europeo AI Act 2024/1689 in cui sono citate le linee guida, i limiti e le deroghe sul tema dell’Intelligenza Artificiale in diversi ambiti tra cui quello della sanità. Secondo una recente stima, le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale al settore della salute hanno raggiunto la cifra di 18,7 miliardi di dollari solo nel 2023 con una prospettiva di circa 300 miliardi entro il 2032.
L’elemento essenziale che serve per mettere in moto la grande macchina dell’AI è rappresentato dai dati personali degli utenti. Le risposte che produce sono frutto di una raccolta e analisi dettagliata dei dati che una volta elaborati permettono ai vari strumenti di AI di lavorare e generare. Se si parla di dati si deve anche presentare un quadro normativo che ne regoli l’uso e dia sicurezza all’opinione pubblica.
L’ultima novità sul tema è il DDL AI approvato dal Senato e già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale che stabilisce dei limiti nell’uso dell’Intelligenza Artificiale affermandone un uso corretto, trasparente e responsabile. Si parla anche del rispetto dei diritti fondamentali, di un controllo umano sull’utilizzo di tali strumenti digitali e la protezione dei dati personali.
Riguardo la sanità, il DDL pone un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti dei pazienti come, ad esempio, il diritto ad essere informati sull’utilizzo di tool AI nel percorso di cura e il trattamento dei dati sanitari.
Una piccola bandiera fissata a favore della sicurezza e prevenzione nel territorio ancora in gran parte sconosciuto dell’Intelligenza Artificiale.
J.S.
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