SICUREZZA NAZIONALE, NUOVE LEGGI CHE CONSENTONO DI SPIARE I GIORNALISTI

Alcuni governi stanno provando a irrigidire la prima legge sulla libertà di stampa, aprendo la porta alla sorveglianza statale dei giornalisti e dei loro interlocutori con l’uso di software spia. È quanto emerge dai documenti sul negoziato in corso per il regolamento sull’European Media Freedom Act (EMFA).

Il disegno di legge, che è stato ora concordato dagli ambasciatori di Bruxelles, estende le esenzioni per la “sicurezza nazionale” oltre a quelle contemplate dal terrorismo e dalle minacce alla sicurezza nazionale. Questa modifica consentirebbe ai governi dell’Ue di utilizzare un’ampia gamma di reati, dall’omicidio al furto alla pirateria musicale, come giustificazione legale per l’utilizzo di “software di sorveglianza intrusivi” sui giornalisti.

In altre parole, la nuova legislazione amplierebbe le “scappatoie” legali che consentono ai governi di installare spyware sui telefoni e sui computer dei giornalisti, compresi i giornalisti britannici che lavorano nell’Ue.

I sostenitori della libertà di stampa hanno avvertito che i cambiamenti dell’ultimo minuto richiesti dalla Francia potrebbero “aprire la porta a ogni tipo di abuso”.

Infatti, lo scorso 17 aprile in un negoziato a porte chiuse al Consiglio europeo, la Francia ha chiesto di modificare l’art. 4 del Regolamento come segue: lo spionaggio dei giornalisti e l’uso di software di spionaggio dovrebbero essere consentiti, se giustificati dalla “sicurezza nazionale”.

Il Media Freedom Act prevede che venga creato un regolatore europeo per armonizzare regole e procedure, promuovere l’indipendenza editoriale e garantire un finanziamento equo delle emittenti pubbliche; prevede anche dei paletti per evitare le ingerenze degli editori sulle redazioni, e tutelare il pluralismo e la libertà d’espressione nelle televisioni pubbliche. Insomma, apre la strada a un controllo europeo sulle distorsioni nei media.

Ma alcuni governi non sembrano apprezzare. Infatti, Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Lussemburgo e Grecia hanno esplicitamente sostenuto la richiesta francese di un’eccezione per la sicurezza nazionale all’articolo 4.

Gli attivisti però hanno criticato il disegno di legge in quanto hanno avvertito che potrebbe rappresentare una minaccia per la libertà di stampa e avere un “effetto raggelante” sugli informatori.

Julie Majerczak, direttrice di Reporter senza frontiere a Bruxelles, ha dichiarato: “La possibilità di monitorare i giornalisti in nome della sicurezza nazionale è una porta aperta a ogni tipo di abuso”.

Renate Schroeder, direttrice della Federazione europea dei giornalisti, ha denunciato le pericolose scappatoie e ha affermato che le esenzioni hanno inferto un colpo alla libertà dei media. “Mette i giornalisti ancora più a rischio e crea inoltre un effetto agghiacciante su informatori e altre fonti” – ha affermato.

Gli ambasciatori dell’Ue porteranno ora il progetto di legge al Parlamento europeo, al fine di elaborare il testo finale.  Intanto la Commissione europea ha accolto con favore l’accordo degli Stati membri e ha chiesto che il progetto di legge diventi presto legge.