Al fine di arginare alcune cattive abitudini, quali un utilizzo improprio dei social tra professori e studenti, parlare male di un collega insegnante di fronte alla classe o chiamare in causa la famiglia di uno studente di fronte ai suoi compagni, l’ANP (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della scuola) ha preparato un Codice Deontologico degli Insegnanti.
Pertanto, oltre al codice civile e penale e al codice disciplinare gestito dal Ministero, i docenti e i presidi sono tenuti a rispettare un Codice Deontologico, volto a fornire prospettive di comportamento professionale che costituiscano un patrimonio per l’intera comunità scolastica.
Riguardo all’utilizzo dei social media, i docenti devono astenersi dal parlare male della propria scuola e, qualora vi fossero questioni importanti, esse andranno discusse nelle sedi opportune. Pubblicare su Facebook o Twitter delle frasi che possano nuocere all’immagine dell’Amministrazione presso la quale si lavora è un comportamento che potrebbe comportare una sanzione disciplinare. Un docente non dovrebbe mai screditare le istituzioni sui social in quanto viene meno al vincolo di correttezza e buona fede, adottando un comportamento che nuoce alla sua funzione di educatore e alla scuola presso la quale presta servizio. E’ vietato inoltre parlare male di altri colleghi, “anche un semplice commento da parte di un professore riguardo l’operato di un collega, se fatto di fronte alla classe, non è corretto. Sono esempi di disconferma che ricadono su tutta la scuola”.
L’etica professionale di un docente non termina con l’uscita da scuola o la conclusione del suo orario di servizio, ma continua a prescindere dal luogo nel quale si trovi e dalle persone con le quali si relazioni. Anche sui social il docente è chiamato a non trascendere, a non usare un linguaggio offensivo e a non riportare espressioni eticamente deprecabili.