Scade domani il termine di presentazione degli emendamenti al disegno di legge 1136, intitolato «Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale» e in discussione in questi giorni in Commissione Ambiente del Senato. Il testo normativo mette sotto i riflettori il fenomeno dei cosiddetti baby influencer, prevedendo precisi paletti.
Il testo attuale parte dal perimetro di applicazione, in cui ora come ora sono ricompresi tutti i fornitori di servizi delle società dell’informazione che offrono le loro prestazioni in Italia, ma è probabile che il campo venga ristretto facendo così riferimento a coloro che possono fornire contenuti lesivi per il minore.
La diffusione non occasionale dell’immagine di minori di 15 anni attraverso un servizio di piattaforma online dovrà, inoltre, essere autorizzata anche dalla direzione provinciale del lavoro quando i proventi per il minore superino i 10mila euro: una cifra, anche questa, soggetta a possibili modifiche. Le entrate percepite oltre tale soglia dovranno essere versate dall’investitore pubblicitario su un conto corrente intestato al minore protagonista dei contenuti e non potranno essere usate da chi esercita la responsabilità genitoriale, salvo in eccezionali casi di emergenza, nell’esclusivo interesse del minore e previa autorizzazione del tribunale dei minorenni.
A.L