G7, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA AL CENTRO DEL DIBATTITO

Tra il 19 e il 21 maggio 2023 si è tenuto, nella città di Hiroshima, in Giappone, il 49° vertice del G7, presieduto da Fumio Kishida, Primo ministro del Paese del Sol Levante. In quell’occasione, al centro del dibattito si è imposto l’argomento dell’intelligenza artificiale generativa. I Capi di Stato e di Governo hanno infatti messo tale questione in cima all’agenda politica dell’incontro, congedandosi con la promessa che, nel breve periodo, si sarebbe raggiunta una visione comune per la governance di questa innovazione, visione che fosse ovviamente coerente con i valori democratici.

Terminato il summit, dunque, il Giappone ha consegnato ai leader del G7 un questionario volto a chiarire quattro principali aspetti interdipendenti legati all’AI: l’individuazione di opportunità e rischi, le priorità in termini di principi basati sui valori, l’identificazione di un potenziale approccio collettivo internazionale e la creazione di iniziative nazionali e regionali.

Grazie all’analisi dei risultati raccolti dai questionari nei mesi a venire, è stato stilato un Rapporto OCSE, che mette in luce i numeri e trend di sviluppo, le informazioni utili a definire la dimensione economica, sociale e legislativa, e, in ultimo, le priorità d’intervento perché gli Stati possano recuperare un ruolo centrale nel processo decisionale che coinvolge l’AI.

Un primo aspetto interessante evidenziato dal documento è la crescente centralità che l’AI generativa sta assumendo nel dibattito pubblico. Nel secondo trimestre 2023, sono stati censiti ben 14mila articoli sull’AI generativa e 57mila Tweet.

Anche in ambito finanziario l’AI generativa risulta estremamente popolare. Gli investimenti da parte dei privati nei confronti di questa tecnologia crescono esponenzialmente e anche gli Stati hanno voluto supportarne economicamente lo sviluppo. Per quanto riguarda l’Italia, si può citare il “Fondo per lo sviluppo di tecnologie e applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things”, adottato per la prima volta con la legge di bilancio del 2019. Bisogna comunque sottolineare che gli investimenti pubblici sono di gran lunga inferiori a quelli dei privati, confermando la dominanza di quest’ultimi nel mondo digitale.

Per quanto concerne i rischi e opportunità, 7 Stati su 7 hanno individuato nell’IA generativa lo strumento per aumentare la produttività e rafforzare l’ innovazione e l’ imprenditorialità, assieme alla capacità di questa tecnologia di migliorare i sistemi sanitari nazionali e la performance degli strumenti di lotta al cambiamento climatico. Nell’insieme dei rischi, il pericolo maggiore è stato invece riscontrato nella manipolazione dei contenuti e nella disinformazione, come nella violazione della proprietà intellettuale e delle norme che regolano il copyright. Poca preoccupazione desta invece l’impatto ambientale. Nonostante i sistemi AI generativa abbiano un’elevata impronta di carbonio, questo non è stato riconosciuto come potenziale rischio da associare a tali tecnologie.

Infine, da un punto di vista legislativo, gli Stati premono su un uso più responsabile di questi strumenti, in particolare se si considera la loro autonomia, imprevedibilità e capacità di adattamento. Per questo motivo, sono necessarie delle normative etiche e trasparenti, in grado di regolamentare questo mondo, per difendere i diritti dei cittadini, come quello alla privacy e della proprietà intellettuale.

 

SF