Stamattina alla Biblioteca nazionale di Roma (viale Castro Pretorio, 105) si è tenuto l’incontro dal titolo “60 anni dell’Ordine, le sfide del futuro e il dovere della verità” organizzato per il sessantesimo anniversario dell’Ordine dei giornalisti.
Quest’anno, infatti, la legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti ha compiuto 60 anni: un traguardo importante per il giornalismo che in questo periodo ha vissuto una straordinaria e tumultuosa trasformazione.
L’incontro ha permesso di riflettere sul presente con lo sguardo rivolto al futuro. Un’occasione di analisi e proposte per il giornalismo e per ribadire l’impegno dell’Ordine per una professione al passo con i tempi.
I lavori sono stati aperti dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso ha sottolineato la responsabilità dei professionisti dell’informazione e il fatto che la stampa che non dovrebbe mai essere sottoposta a nessuna censura.
Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha rimarcato l’urgenza di una norma che tuteli i giornalisti dalle azioni giudiziarie temerarie, le cosiddette querele bavaglio. “La presunzione di innocenza è un principio sacrosanto, ma non può diventare un alibi per tacere di fatti di grande rilevanza pubblica” – ha detto Bartoli.
“Credo fermamente che ci sia un ruolo cardine per la professione giornalistica nella democrazia, è mia convinzione quella di sostenere l’informazione. E’ un nostro dovere, lo facciamo con i contributi diretti e indiretti e lo faremo con la revisione dei contratti per l’attribuzione dei servizi alle agenzie di stampa perché vengano ridefiniti in un’ottica pluriennale, di pluralismo e di sostegno alle realtà editoriali” – ha detto Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’Informazione e l’Editoria, intervenendo all’incontro.
“È necessario che l’editoria esca da questo momento di crisi – ha aggiunto – iniziamo anche a valutare le luci alla fine del tunnel, come il regolamento sull’equo compenso che è un passo in avanti. Siamo arrivati a comprendere quanto l’informazione di qualità si paghi e le norme europee ci stanno dando una mano”.
“Il diritto all’informazione deve essere consolidato in questo contesto tecnologico e ancorato a regole deontologiche. È nostro compito e dell’Ordine dei giornalisti vigilare” – ha concluso Barachini.
All’evento ha partecipato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che nel suo discorso ha affrontato anche il tema delle intercettazioni. “Se un giornalista pubblica una notizia riservata su un’indagine giudiziaria la colpa non è del giornalista, che non va né incriminato né censurato. La colpa è di chi consente la diffusione di queste notizie e non vigila abbastanza” – ha affermato Nordio.
Al convegno era presente anche il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha espresso un auspicio: “Proviamo a scrivere insieme delle regole che oggi possano aprire un nuovo capitolo nei rapporti tra cittadino, informazione e giustizia”.