IL FENOMENO DEI COOKIE WALL E PAYWALL

In un contesto normativo in costante mutamento, con l’introduzione di nuove regole per la protezione dei dati personali online da parte del GDPR e con gli sforzi legislativi nazionali, l’utilizzo dei cookie wall continua ad essere al centro del dibattito, suscitando diversi interrogativi circa il rispetto della privacy.

Il fenomeno dei cookie wall consiste nell’applicazione di un banner all’interno del quale l’utente viene messo di fronte ad una scelta, solitamente divisa tra l’accettazione totale e il rifiuto della cookie policy. Rifiuto che comporta la disabilitazione della navigazione e l’impossibilità di continuare a navigare all’interno del sito web.

Va inoltre sottolineato un aspetto aggiuntivo riguardante la recentissima evoluzione di alcuni cookie wall che, invece di offrire una scelta tra l’accettazione dei cookie o l’interruzione della navigazione, sono addirittura strutturati in modo tale che, in caso di rifiuto del consenso, l’utente venga indirizzato verso la sottoscrizione di un abbonamento.

Questa forma di accettazione dei cookie è comunemente conosciuta come “paywall”. Si tratta di una modalità di consenso condizionata dalla presenza di pubblicità profilata, pratica considerata necessaria per garantire uno standard di qualità nei contenuti web presenti sui portali.

Analizzando il fenomeno in dettaglio, è fondamentale sottolineare che la totalità dei casi di cookie wall nasconde una politica orientata all’utilizzo di cookie di profilazione. Questi ultimi sono strumenti di tracciamento delle attività dell’utente, finalizzati alla generazione di pubblicità specifica.

La questione si complica ulteriormente quando si tratta del fenomeno del paywall. In questo contesto, il trattamento dei dati personali deve essere ben definito e rappresentato. Inoltre, la necessità del pagamento, sebbene legittima, non può essere sostituita da una diversa profilazione dei dati dell’utente durante la navigazione.

In relazione a questo fenomeno, nel mese di ottobre, il Garante Privacy italiano ha avviato un’indagine in merito al duplice fenomeno. Fino a oggi, tuttavia, non è ancora presa una decisione definitiva sulla questione.

 

C.L.