A dirlo è un’analisi Elsevier, tra i maggiori editori scientifici al mondo, che sottolinea la forte interdisciplinarità della ricerca italiana sull’AI. Nel panorama tricolore si trovano infatti pubblicazioni scientifiche afferenti all’AI negli ambiti più svariati.
Il tema della ricerca sull’AI non riguarda in effetti solo l’avanzamento della tecnologia di base (guidata da gruppi privati e grandi potenze), ma anche e soprattutto il suo impiego a livello multidisciplinare. Proprio l’utilizzo multidisciplinare dell’AI è visto come un fattore di accelerazione delle scoperte scientifiche e ciò vale anche per l’Italia. Il numero è generalmente superiore per pubblicazioni sull’AI e sue applicazioni, suggerendo che tali pubblicazioni generino notevole interesse in seno alla comunità scientifica. Si nota una concentrazione di materiale scientifico in campo Ict, ma anche l’ambito di applicazione medica è degno di particolare nota per volume e impatto, così come gli ambiti economico/manageriale e delle scienze sociali.
“Sull’intelligenza artificiale il Governo ha grande consapevolezza della sensibilità dell’argomento e sta operando bene”, ha detto il presidente della 7ª Commissione del Senato Roberto Marti. “Sebbene l’AI presenti notevoli opportunità di sviluppo e applicazione in svariati settori, a partire dalla ricerca scientifica, è importante riconoscere il rischio di una mancanza di normative adeguate o di un approccio superficiale, che potrebbe favorire distorsioni o abusi nelle aree sensibili quali la sicurezza nazionale, la trasparenza, la privacy e i diritti degli utenti. È opportuno trovare un punto di equilibrio tra l’avanzamento tecnologico e la tutela dei diritti dei cittadini. Ci troviamo davanti a una nuova rivoluzione industriale e l’Italia è in prima linea per adottare il primo regolamento nazionale in materia, a seguito dell’emanazione dell’AI Act dell’Unione europea. L’obiettivo primario è quello di massimizzare l’utilizzo positivo delle potenzialità dell’AI, anche con massicci investimenti, ma mitigando i rischi di questa nuova tecnologia”, ha continuato.
“Governare la ricerca significa anticipare i cambiamenti. Dalla nostra analisi l’Italia si posiziona come uno dei leader globali nella produzione di conoscenza nel campo dell’Intelligenza Artificiale”, ha commentato Claudio Colaiacomo, vice president Global Academic Relations di Elsevier. “Come in altre discipline, il nostro Paese vanta standard elevati nella ricerca scientifica, sollevando però interrogativi cruciali sul modo migliore per capitalizzare questo potenziale. La situazione attuale potrebbe rappresentare un’opportunità per organizzare la ricerca nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale sia per perseguire obiettivi specifici di interesse nazionale, sia per aiutare il legislatore nel difficile compito di regolamentarne l’uso, sempre mantenendo il principio fondamentale della libertà di ricerca. Questi risultati mettono in luce l’importanza del lavoro svolto all’interno delle nostre istituzioni accademiche nel plasmare il dibattito e le azioni su scala globale, tuttavia, ci invitano a riflettere sulle potenzialità ancora inespresse e sulle opportunità di valorizzazione della ricerca italiana sia nel contesto dell’innovazione tecnologica e industriale sia nel contributo che la scienza può dare al legislatore”, ha infine concluso.
C.T.