I tempi cambiano e con essi anche le regole di comportamento per i dipendenti pubblici. Il primo dicembre 2022 il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo «codice di comportamento» che pone l’attenzione non solo all’uso dei social media, alla crescita professionale, ma anche alla questione ambientale e al risparmio energetico.
Per quanto riguarda la presenza sui social degli statali, il nuovo codice suggerisce innanzitutto che questi non mettano dei riferimenti nei loro profili all’amministrazione per la quale lavorano. Essi devono essere molto attenti sia a quello che pubblicano direttamente, sia ai commenti che lasciano sulle bacheche di altri. Se dovessero apparire commenti offensivi, sarebbe considerata un’aggravante. Le amministrazioni, infatti, possono dotarsi di una social media policy.
Nel codice si legge: “Il dipendente utilizza gli account dei social media di cui è titolare in modo che le opinioni ivi espresse e i contenuti ivi pubblicati, propri o di terzi, non siano in alcun modo attribuibili all’amministrazione di appartenenza o possano, in alcun modo, lederne il prestigio”. E ancora: “Il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.
Il fatto che dalle piattaforme siano facilmente ricavabili le qualifiche professionali di un dipendente rappresenta un dato rilevante per la possibile sanzione disciplinare. Dunque, il provvedimento pone una stretta sull’uso dei social media e punisce chi denigra l’amministrazione sulla propria bacheca e nei commenti. Vieta anche e-mail oltraggiose e discriminatorie.
Inoltre, il nuovo codice stabilisce che la gestione delle risorse pubbliche per lo svolgimento delle attività segua “una logica di contenimento dei costi e del consumo energetico, dell’ecosostenibilità e di rispetto dell’ambiente, che non pregiudichi la qualità dei risultati dell’azione amministrativa”. I dipendenti pubblici dovranno essere più “green”, ovvero attenti al rispetto della sostenibilità ambientale e alla spesa pubblica. “Il dipendente conforma la sua condotta sul luogo di lavoro al rispetto dell’ambiente e per contribuire agli obiettivi di riduzione del consumo energetico, della risorsa idrica e, più in generale, dei materiali e delle risorse fornite dall’amministrazione per l’assolvimento dei propri compiti, nonché per la riduzione dei rifiuti e per il loro riciclo”. Naturalmente, le amministrazioni avranno il rilevante compito di garantire che gli statali adottino comportamenti compatibili con l’ambiente, con lo scopo di contribuire alla riduzione del consumo energetico e della risorsa idrica, dei rifiuti e del loro riciclo.
I dirigenti hanno la responsabilità della crescita professionale dei collaboratori; pertanto, dovranno favorire occasioni di formazione e opportunità di sviluppo. Il codice prevede anche la misurazione della performance dei dipendenti sulla base del raggiungimento dei risultati e del loro comportamento organizzativo. Si ribadisce, poi, il divieto di discriminazione in base a condizioni personali del dipendente, quali orientamento sessuale, genere, disabilità, etnia, credo, convinzioni personali o politiche.
Il ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo ha commentato così l’approvazione del codice: “Proseguiamo nella strada tracciata per una riforma della pubblica amministrazione che basa la sua efficienza sul suo capitale umano. Tutta insieme la Pubblica Amministrazione, centrale e territoriale, quale infrastruttura strategica per lo sviluppo del Paese, impegnata nella messa a terra dei progetti del Pnrr non può prescindere dalla giusta valorizzazione delle persone che lavorano per l’interesse collettivo e dalla loro responsabilizzazione, quali leve indispensabili per la crescita degli stessi lavoratori e delle organizzazioni”.