“SERVE UN ECOSISTEMA ITALIANO DI AI PER FAVORIRE UNA COLLABORAZIONE PROFICUA TRA PUBBLICO E PRIVATO”

Da mesi stiamo dedicando ampio spazio all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e dunque abbiamo deciso di promuovere un confronto tra le principali associazioni e startup italiane che si occupano di Intelligenza Artificiale e nuove tecnologie al fine di stimolare una collaborazione più proficua, favorire lo scambio di idee e best practices, e promuovere una maggiore consapevolezza pubblica sull’importanza e gli impatti di tali tecnologie nella società contemporanea.

Oggi pubblichiamo l’intervista di Mario Nobile, Direttore Generale Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).

AgID sviluppa strategie per l’innovazione digitale, in linea con gli indirizzi operativi del Governo e in collaborazione con altri enti e con il settore privato, per promuovere l’adozione delle tecnologie digitali in Italia, realizzando infrastrutture, monitorandone l’impatto e promuovendo l’inclusione digitale. Le tre direttrici che oggi guidano l’Agenzia per l’Italia Digitale sono strategia, vigilanza sui soggetti accreditati, sviluppo delle competenze. Innanzitutto, l’emanazione di regole tecniche e standard condivisi permette di uniformare e rendere interoperabili, inclusivi e trasparenti i servizi e i sistemi digitali, a beneficio sia dei cittadini, che delle pubbliche amministrazioni e delle imprese. Non possiamo permetterci, infatti, che ogni attore del processo di trasformazione digitale del nostro Paese proceda autonomamente e con un percorso individuale. Fare sistema è la chiave per far funzionare bene le cose, specie in un contesto globalizzato e in continuo mutamento, e il ruolo dell’Agenzia in questo senso riguarda proprio l’armonizzazione delle tante esperienze che interessano lo scenario digitale italiano. Il secondo fattore strategico è quello del monitoraggio e della vigilanza che, oltre a contrastare irregolarità o disservizi, stimola i soggetti vigilati al miglioramento continuo dei processi, sfruttando le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica, assicurando la conformità alle indicazioni del quadro normativo europeo. Infine, ma non ultimo, c’è il tema delle competenze, in merito al quale scontiamo un gap come Paese che stiamo cercando di colmare, organizzando momenti formativi e campagne di comunicazione e sensibilizzazione, realizzando e diffondendo guide, materiali e strumenti operativi, in collaborazione con gli altri attori istituzionali e non. Negli ultimi mesi, per esempio, abbiamo attivato dei protocolli d’intesa con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (CINI) e con il Politecnico di Milano (Polimi) che vanno proprio in questa direzione.

AgID ha realizzato diversi webinar di confronto con stakeholder e Responsabili per la Transizione al Digitale per coordinarsi in merito ai recenti sviluppi dell’AI, esplorando i possibili impatti delle normative tecniche sul suo utilizzo nella PA e inaugurando un primo spazio di discussione e scambio di idee sul tema. Contemporaneamente, attraverso la segreteria tecnica per l’AI, forniamo supporto al Comitato di Coordinamento, istituito presso il Dipartimento per la Trasformazione digitale, per aggiornare la strategia nazionale sull’AI che sarà la base, insieme all’AI Act, che guiderà tutti i prossimi sviluppi in materia.

AgID considera l’AI Act un primo passo fondamentale per la regolamentazione di questa tecnologia. La creazione di un sistema condiviso di governance per l’AI, che garantisca trasparenza, coerenza e armonizzazione a livello europeo, è la base dalla quale partire per fissare regole chiare e funzionali allo sviluppo e alla crescita socioeconomica dell’Italia e dell’Europa. Le nuove tecnologie, infatti, non possono autoregolarsi, col rischio – magari – di scontrarsi con i valori che fondano le moderne democrazie; per questo l’accento che l’AI Act ha posto sulla tutela dei diritti umani è uno degli snodi cruciali, insieme alla certezza del diritto che garantirà una maggiore competitività e sicurezza per le imprese che decideranno di investire nel nostro mercato unico digitale. Ma anche i cittadini avranno maggior tutele: saranno messi nelle condizioni di comprendere come funzionano e quali dati utilizzano i sistemi di AI; avranno la possibilità di chiedere spiegazioni o contrastare eventuali discriminazioni e avranno chiare anche le responsabilità per eventuali danni causati dall’AI.

Lo scorso 12 febbraio il Sottosegretario di Stato con delega all’innovazione Sen. Alessio Butti ha approvato il nuovo Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026, che per la prima volta introduce il tema dell’Intelligenza Artificiale. Oggi, infatti, le linee strategiche per lo sviluppo dell’ICT nelle oltre 23mila pubbliche amministrazioni italiane, per le quali l’Agenzia è responsabile, non possono escludere questa nuova frontiera e ci sono già dei casi in cui l’AI è stata implementata con ottimi risultati. Parliamo, per esempio, dell’INAIL, dell’INPS o dell’ISTAT, le cui best practice sono state inserite nel Piano per condividere metodologie e soluzioni adottate. Quello a cui puntiamo è la creazione di un ecosistema italiano di AI che possa favorire una collaborazione proficua tra pubblico e privato e che sia in grado di massimizzarne i benefici, anche in termini di sviluppo e miglioramento dei servizi, riducendo al minimo i rischi e adottando misure per mitigare i potenziali effetti negativi.