L’AI DAL PUNTO DI VISTA DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI TRENTO

Da mesi stiamo dedicando ampio spazio all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e dunque abbiamo deciso di promuovere un confronto tra i Presidenti degli Ordini degli Avvocati dei capoluoghi di Regione attraverso interviste sull’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella professione legale.

Oggi pubblichiamo l’intervista di Antonio Angelini, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Trento.

No

Si, conosco le principali funzionalità. Quelle più utili saranno il supporto nella ricerca di leggi e provvedimenti nel database, l’automatizzazione dell’amministrazione degli studi legali e la semplificazione del lavoro di archiviazione.

Scarsa

Gli studi legali che intendano avvalersi di strumenti di Intelligenza Artificiale dovranno avere un approccio di analisi e valutazione del rischio, in linea con la normativa europea, c.d. AI Act. In generale è altresì utile seguire le linee guida elaborate dalla Fédération des Barreaux d’Europe; nello specifico:

1. comprendere, prima del suo utilizzo, il funzionamento dell’Intelligenza Artificiale generativa;

2. riconoscere le limitazioni (errori, bias cognitivi, allucinazioni) e definire il corretto contesto applicativo;

3. rispettare le regole esistenti sull’uso dell’Intelligenza Artificiale (consapevoli della rapida evoluzione della tecnologia e, al tempo stesso, dei ritardi del contesto normativo, tenersi aggiornati e, in ogni caso, verificare il rispetto delle norme deontologiche);

4. utilizzare la tecnologia per integrare la competenza giuridica, non per sostituirla (in particolare verificare sempre autonomamente e professionalmente i risultati offerti);

5. rispettare il segreto professionale e garantire la protezione dei dati personali e della privacy (anonimizzare eventuali documenti processati da strumenti di Intelligenza Artificiale, verificare i sistemi di sicurezza sia interni che delle eventuali piattaforme che usi);

6. informare il cliente e assumersi la responsabilità.