TECNOSTRESS: CAUSE, SINTOMI E CONSEGUENZE

Il tecnostress è una sindrome da stress causata dall’utilizzo eccessivo, smodato e disfunzionale delle Information and Communication Technologies, con impatti significativi sia sulla vita sociale dell’individuo che su quella lavorativa.

La causa del tecnostress è da ricercare in primis nella connettività costante che estende la normale giornata lavorativa e induce uno stato di angoscia dovuto all’ essere costretti a rispondere negli orari extralavorativi e ovunque. Si parla poi di techno-overload cioè incapacità di gestire il sovraccarico di informazioni in entrata dovuto sia alla velocità con cui riceviamo e scambiamo informazioni, sia al sommarsi di strumenti di comunicazione mobile. Si cerca di ottenere sempre di più in meno tempo rispondendo a più richieste attraverso l’utilizzo di uno o più strumenti tecnologici contemporaneamente. Ciò corrisponde una crescita esponenziale dello stress.

Le innovazioni tecnologiche costanti impongono un aggiornamento immediato e obbligano i lavoratori a investire parte del proprio tempo nel tentativo di padroneggiarle. Non è raro che si manifesti avversione e senso di inadeguatezza anche perché molto spesso non c’è un supporto tecnico idoneo. Tale repentina evoluzione tecnologica può indurre, tra l’altro, a sviluppare nei lavoratori una sensazione di minaccia per il proprio posto e per il proprio futuro.

Questa forma di stress a livello soggettivo provoca sintomi quali apatia, noia, frustrazione, tristezza, attacchi di panico e ansia; a livello cognitivo difficoltà nello svolgere i compiti e deficit dell’attenzione e della concentrazione; a livello organizzativo causa scarsa produttività e insoddisfazione. Si può arrivare ad avere addirittura un problema di tipo fisiologico come ipertensione, disturbi cardiocircolatori, emicrania, difficoltà respiratorie, mal di schiena e al torace, disturbi del sonno, stanchezza cronica.

Le conseguenze del tecnostress possono avere un impatto così alto per il soggetto che dal 2007 è considerato una malattia professionale e dal 2014 anche l’INAIL, l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, l’ha inserito nell’elenco delle malattie professionali non tabellate, ossia quelle per le quali l’obbligo della prova spetta al lavoratore.

Gli effetti del tecnostress non ricadono solo sul lavoratore ma su tutto il sistema produttivo dell’organizzazione. Le aziende dovrebbero, quindi, predisporre investimenti per far si che i lavoratori raggiungano un adeguato livello di digital awarness coinvolgendo gli utenti finali comunicando i cambiamenti, i vantaggi e le opportunità che accompagnano l’introduzione di nuove tecnologie.

(C.D.G.)