Otto gruppi di associazioni di tutela dei consumatori europei, facenti parte della rete Ufficio europeo delle Unioni dei consumatori (BEUC), hanno presentato reclami alle autorità nazionali per la protezione dei dati contro Meta. Questo perché ritengono che il colosso tecnologico non rispetti i principi di trattamento corretto, minimizzazione dei dati e limitazione delle finalità del regolamento generale sulla protezione dei dati, GDPR, dall’inglese General Data Protection Regulation.
Le organizzazioni dei consumatori criticano l’espediente di Meta che costringe gli utenti a dare il consenso ai cookies di Facebook e Instagram, considerandolo una violazione della privacy. Inoltre, sostengono che Meta non abbia una base giuridica valida per la raccolta massiva dei dati personali degli utenti, poiché la scelta imposta non permette loro di dare un consenso libero e informato. Le pratiche di Meta alimentano un sistema pubblicitario basato sulla sorveglianza che traccia i consumatori online e raccoglie grandi quantità di dati personali per mostrare loro contenuti e annunci pubblicitari sempre più personalizzati.
Ursula Pachl, vicedirettrice generale dell’Organizzazione europea dei consumatori, ha condannato le azioni di Meta, definendo la possibilità di personallizzare la propria home page come un inganno per nascondere la massiccia raccolta di dati sensibili. Meta ha cercato di modificare la base giuridica per la raccolta e il trattamento dei dati delle persone, ma ha introdotto un espediente che costringe gli utenti a dare il consenso per la sorveglianza commerciale o a pagare per un servizio privo di pubblicità. Questi reclami si aggiungono alle denunce precedenti delle pratiche ingannevoli di Meta e mirano specificamente a far rispettare il GDPR e le leggi sulla protezione dei dati.
LG