In Italia, il modello di riferimento nello scouting di calciatori, ovvero il sistema che una squadra usa per cercare e valutare nuovi giocatori da acquistare, è l’Udinese.
Prima dell’avvento del digitale, la società friulana utilizzava una sala per visionare giocatori di qualsiasi campionato internazionale e di qualsiasi categoria di età.
Oggi l’intero processo è stato digitalizzato, grazie a una piattaforma chiamata “Wyscouting”, che consente lo scouting da remoto e permette un’osservazione interattiva e personalizzata. Possono essere selezionati alcuni eventi specifici all’interno di una partita ed è possibile seguire il singolo giocatore da analizzare.
Le tecnologie che consentono di registrare video sono sempre più accessibili. Inoltre, esistono piattaforme che permettono ai calciatori di caricare video delle proprie prestazioni e abilità, punto di partenza per organizzare provini sul campo con la presenza di scout professionisti.
Parallelamente, si è sviluppata l’analisi dei dati: sulle panchine di Serie A ci sono professionisti di match analysis che monitorano in tempo reale il gioco di squadra e dei singoli, spesso utilizzando dispositivi indossati dagli atleti per raccogliere dati, grazie ai sistemi algoritmici e ai sensori.
Inoltre, grazie ad alcuni software raffinati e all’uso dell’intelligenza artificiale, si possono ottenere valutazioni qualitative e oggettive. Tuttavia, alcuni ritengono che questi tipi di misurazione non siano in grado di cogliere il talento puro del calciatore.
Oggi, ogni corso di scouting calcistico include l’analisi dei dati della prestazione sia individuali che della squadra. Il futuro dello scouting è promettente, grazie all’innovazione tecnologica, come l’intelligenza artificiale e l’utilizzo di apparecchiature che includono microtelecamere e droni.
B.P.
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