I sistemi basati sull’intelligenza artificiale migliorano a un ritmo impressionante. Ogni settimana si parla di nuove funzionalità nei più svariati settori, e ormai tutte le aziende, non solo quelle tecnologiche, si sono gettate a capofitto in questo ambiente, destinato a cambiare radicalmente lo scenario futuro.
Osservando i comuni cittadini, sempre più persone riconoscono che l’AI è sinonimo di efficienza e si intrattengono in conversazioni con chatbot, a cui possono chiedere di tutto, come lo scrivere una mail o generare un’immagine partendo da un semplice suggerimento testuale.
Quello che però molti ignorano è che tutte queste richieste hanno un costo ambientale. Alcuni ricercatori americani e alcune start up hanno cercato di fare luce in merito alla relazione che intercorre tra l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale e le conseguenze sul nostro pianeta. I risultati sono stati sorprendenti. Per esempio, si è scoperto che per generare un’immagine usando un modello di intelligenza artificiale, è richiesto un quantitativo di energia pari a quello necessario per caricare completamente la batteria del proprio cellulare. Molta meno energia è richiesta per far funzionare i chatbot che forniscono messaggi di testo. Per generare un testo mille volte, viene consumato il 16% dell’energia di ricarica completa dello smartphone. Per quanto riguarda l’emissione di carbonio, la generazione di mille immagini emette una quantità di anidride carbonica pari a quella generata dalla guida di un’auto alimentata a benzina per circa 6km. Al contrario, la generazione di mille unità di testo è responsabile di una produzione di CO2 sufficiente per guidare la stessa auto a benzina per 0,9656 metri.
Al di là dei confronti, lo studio dimostra che l’addestramento di modelli AI ha dei pesanti costi a livello energetico e sulla produzione di carbonio, specialmente quando le richieste convergono nella generazione di immagini. Se si aggiunge che questi sistemi sono usati quotidianamente da decine di milioni di persone, è facile immaginare le proporzioni del fenomeno.
La speranza del team di ricerca è che le aziende come OpenAI, Microsoft e Google si impegnino per sensibilizzare l’utenza sui danni ambientali causati dai modelli AI e nel creare soluzioni più green nel futuro.
SF