OpenAI, società madre di ChatGPT, ha recentemente dato vita a una partnership con due importanti testate europee: il quotidiano francese Le Monde e il gruppo editoriale spagnolo Prisa (Promotora de Informaciones). Lo scopo di questa collaborazione è quello di migliorare il servizio offerto da ChatGPT, servendosi degli archivi delle due testate. Da questi, ChatGPT potrà infatti accedere a tutti i materiali degli editori francese e spagnolo e usarli per migliorare la qualità dei propri contenuti nelle rispettive lingue.
Questo non è però l’unico motivo per cui OpenAI ha interesse a stringere un accordo del genere: si tratta anche e soprattutto di un modo per proteggersi da potenziali accuse di violazione di copyright, come era avvenuto con il New York Times. La testata aveva infatti accusato OpenAI di utilizzare i suoi materiali per “addestrare” ChatGPT.
Alleandosi con due colossi dell’editoria europea, che vanno a sommarsi ad altri editori come Associated Press, Axel Springer e Shutterstock con cui già erano stati stretti accordi in precedenza, OpenAI pone le basi per una fruizione legale e sostenibile di una vasta gamma di contenuti, che potranno avere un ruolo decisivo nello sviluppo dei suoi sistemi di Intelligenza Artificiale.
Tuttavia, l’uso di contenuti protetti da copyright oltre le citazioni o gli estratti brevi richiede solitamente una licenza, specialmente se a fini commerciali. Questo può penalizzare le società più piccole, che potrebbero non avere le risorse per aggiudicarsene una, andando a compromettere l’equa concorrenza. Vi sono inoltre preoccupazioni sull’impatto che questi accordi possono avere sull’ecosistema dell’editoria e sul suo rapporto con le aziende tech, da sempre non privo di tensioni.
A.L.R