RoboCup è nata per diffondere le conoscenze e accelerare i progressi nel campo della robotica. Tra le 300 squadre partecipanti, provenienti da 45 Paesi, c’è anche l’Italia. 17 competizioni diverse raggruppate in cinque categorie: RoboCupSoccer (robot automi che giocano a calcio), RoboCupRescue (robot per il soccorso), RoboCup@Home (robot che aiutano nelle attività quotidiane), RoboCupJunior e RoboCup Industrial (robot che collaborano con gli esseri umani in ambienti commerciali e competizioni giovanili).
Ai mondiali di Eindhoven l’Italia si è scoperta forte nel lavoro collaborativo, arrivando al primo posto nella categoria del Super team (Soccer Open) e ottenendo riconoscimenti tecnici per il lavoro svolto nella progettazione, compreso il design dei robot.
Tutte le squadre utilizzano lo stesso robot, Nao, umanoide, di taglia media, autonomo e programmabile, sviluppato dalla Aldebaran Robotics. Questo comporta che vince chi ha sviluppato il software più efficace per le strategie di gioco. La partita si gioca su un campo verde delimitato da linee bianche e due porte, con un realistico pallone da calcio bianco e nero.
Un gruppo di giovani romani, appassionati di robotica e AI, è passato dalla settima alla terza posizione nel ranking mondiale della principale lega di calcio giocato da robot umanoidi autonomi.
Inoltre, è importante imparare attraverso la competizione, infatti il motto delle Olimpiadi “L’importante non è vincere, ma partecipare”, nella RoboCupJunior diventa “L’importante non è vincere, ma imparare”.
M.M.