Nonostante per i più piccoli i genitori impostino delle regole, le ore trascorse al cellulare sono aumentate e rappresentano un dato sempre più preoccupante visto l’abbassarsi della fascia di età.
Sono i genitori stessi a concedere lo strumento come ‘’premio’’ ai più piccoli. Dai 10 anni in poi però quasi tutti i bambini posseggono un cellulare e lo usano anche senza supervisione.
L’abuso del cellulare è una caratteristica propria di tutte le generazioni, gli adulti non sono da meno. Nonostante sia un’abitudine sbagliata a prescindere dalla fascia di età quelli che potrebbero accusare le conseguenze più gravi sono proprio i più piccoli.
La voglia di essere connessi ad un mondo virtuale, oltre che rischi in termini di bullismo, truffe, furti di identità può avere gravi ripercussioni sulla psiche.
Più ci si abitua a vivere online, più i bimbi creano relazioni virtuali e non reali, meno saranno capaci di socializzare, esprimersi e provare empatia nella vita offline. Essendo così abituati alla possibilità di avere una vita online non riterranno necessario stringere amicizie nella realtà e percepiranno una chiacchierata al parco come dei messaggi scambiati in chat. Compariranno invece ansia, irascibilità e sentimenti di scarsa autostima.
Di questi problemi si è pienamente consapevoli, molti ragazzi infatti decidono di collegarsi in rete proprio per scappare della realtà.
Sono questi alcuni dei dati raccolti dalla ricerca di Swg per Italian tech, l’hub del gruppo Gedi e Telefono Azzurro presentata in occasione dell’Internet Safer Day.
Nonostante l’abuso della tecnologia sia un problema che andrebbe risolto ormai per tutti, ci si concentra soprattutto sui più piccoli. Parliamo dei nativi digitali, quelli che non hanno incontrato la tecnologia durante la vita, ma ci sono nati e fondano relazioni e personalità su di essa.
Gli obiettivi principali sono: rigida verifica dell’età; impossibilità per minori di stipulare contratti e fornire dati personali e il pulsante ‘’salva bambini’’ che permetterà di contattare direttamente il Telefono Azzurro in casi di necessità.
Bisogna tutelare i ragazzi, non privarli dello smartphone. Molti lo considerano uno strumento che ha migliorato le vite; effettivamente è molto utile. Se usato in maniera corretta non può che facilitare alcune situazioni quotidiane.
La dipendenza vera e propria dal cellulare è detta ‘’nomofobia’’, l’ansia causata dalla paura di essere sconnessi o non avere accanto il proprio smartphone. Questo fenomeno non riguarda solo i più giovani ma coinvolge fino agli under 40.
Bisogna quindi tutelare i giovani, proteggerli dal rischio di non vivere realmente molte delle esperienze tipiche della gioventù e non bisogna sentirsi estranei ai problemi di Internet solo perché si appartiene ad una fascia di età più matura.