Il 21 ottobre 2024 Meta ha annunciato di aver avviato dei test per contrastare il “celeb-bait”, una tecnica truffaldina che sfrutta le immagini delle celebrità per offrire agli utenti opportunità di investimento in falsi business o prodotti inesistenti.
A Menlo Park sostengono che la strada da seguire sia quella del riconoscimento facciale: un software che confronta i volti negli annunci e se ci sono dubbi li blocca. Questo però è attualmente inapplicabile in Europa e in alcuni Stati dell’America.
I dati biometrici sono sensibili e difficili da modificare. Meta ha fatto sapere che una volta utilizzati vengono eliminati, rimane però la paura che questi possano finire nelle mani di cyber criminali e malfattori, andando quindi a favorire abusi e furti d’identità. Inoltre, Meta non ha né reso pubblico né garantito la qualità dell’accuratezza del sistema del riconoscimento facciale utilizzato.
Salvatore Lombardo, esperto ICT e socio Clusit si è espresso a riguardo dicendo che “Il riconoscimento facciale può essere una soluzione efficace in molti contesti, ma deve essere implementato con attenzione per mitigare i rischi associati garantendo la trasparenza nell’uso dei dati e il rispetto dei diritti degli individui.” Inoltre, ricorda che a differenza delle password, che possono essere modificate, la violazione dei dati comporterebbe gravi conseguenze, in quanto le informazioni biometriche non possono essere cambiate.
L’esperto conclude facendo una considerazione sul GDPR e sulle attuali normative europee sulla privacy: “È molto probabile che l’Europa, inclusa l’Italia, imponga restrizioni significative all’uso del riconoscimento facciale da parte di Meta. Le preoccupazioni legate alla privacy e alla protezione dei dati personali sono tante”.
M.M.