Era stato accusato di aver ingannato gli utenti sulla privacy inducendoli a pensare erroneamente che per disattivare il rilevamento della loro posizione bastasse disattivare la funzione nelle impostazioni del proprio account, quando invece Google continuava a geolocalizzarli raccogliendo questo tipo di informazioni.
Lo riporta il New York Times.
I procuratori dei 40 Stati coinvolti, tra cui Illinois, New Jersey e Pennsylvania, hanno detto che si tratta del più grande accordo collettivo sul tema della privacy negli Stati Uniti e di una vittoria storica per i consumatori.
In base all’accordo, dal 2023 Google dovrà anche rendere più chiare e trasparenti le sue policy riguardo al rilevamento della posizione degli utenti.
“Correntemente con le modifiche migliorative che abbiamo apportato negli ultimi anni, abbiamo raggiunto un accordo su queste indagini che si basavano su norme di prodotto superate che abbiamo già cambiato diversi anni fa”: così un portavoce di Google commenta l’accordo privacy con 40 Stati americani.