Lo scorso ottobre l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump creò come alternativa ai social network da cui era stato rimosso per il suo coinvolgimento nell’attacco al Congresso statunitense del 6 gennaio 2021, Truth Social, un’app “personalizzata” molto simile alla sua amata piattaforma Twitter. L’aveva infatti definita come piattaforma che punta a “dare una voce a tutti”, opposta alla tirannia delle società Big Tech. La sua filosofia di base è “Truth Feed” nel quale ci sono Truths (simili ai Tweet) e Re-Thruts (ovvero Retweet), con grafiche in tutto e per tutto analoghe a quelle di Twitter.
Sono passati dieci mesi dal suo lancio, ma la piattaforma è già in forte crisi: è debitrice di circa 1,6 milioni di dollari alla società che la ospita, RightForge. Inoltre, qui Trump ha solamente 3,9 milioni di follower, contro i 79 milioni che aveva su Twitter.
L’azienda di Mountain View aveva rimosso l’app dal suo Play Store lo scorso agosto perché “violava le regole sul divieto di contenuti che incitano minacce fisiche e violenza”. Dopo una modifica delle policy di moderazione sui contenuti e l’inserimento di un sistema di segnalazione di temi potenzialmente pericolosi, Google ha accettato la reintroduzione di Truth Social nello store.
Per il momento l’applicazione è disponibile solamente all’interno dell’App Store americano e non è ancora raggiungibile in Italia. Infatti accedendo al sito web “truthsocial.com” l’accesso viene negato, ma il sistema comunica che stanno lavorando per renderlo disponibile in altri paesi e invita a rimanere sintonizzati.