The Verge, il sito web statunitense di notizie, ha informato in merito all’attacco hacker alla popolare piattaforma di streaming Twitch di cui sono state diffusione numerose informazioni, quali: il codice sorgente, i compensi degli streamer, i dati personali degli utenti, diffusione di importanti informazioni strutturali necessarie al funzionamento della piattaforma e informazioni relative ai progetti di Amazon, colosso controllore della piattaforma.
Pare, dunque, che Amazon stesse lavorando a un servizio per fare concorrenza a Stream, piattaforma molto famosa per il download di videogiochi.
È stato un attacco hacker a creare lo scompiglio e “se è è un dramma”, dice Paolo dal Checco, noto ingegnere forense. “Il problema può estendersi a questioni di security per Twitch e per i suoi utenti; ha ricadute fiscali e di proprietà intellettuali”. “Qui sembra esserci un’azienda svuotata di tutto: un disastro”, aggiunge l’ingegnere.
I dati sono contenuti in un file “torrent” da 125 gigabyte ed un utente anonimo li ha pubblicati sul controverso sito 4chan con l’intenzione di “favorire un cambiamento radicale e una maggiore competizione negli spazio online di streaming video”.
Il post pubblicato con l’hashtag #DoBetterTwitch è probabilmente parte di un movimento di protesta che da mesi sta animando diversi utenti del popolare social. Twitch, secondo molti di loro, dovrebbe agire in maniera più incisiva per l’imitare l’hate speech (i discorsi d’odio) nei confronti delle minoranze e degli streamer provenienti da classi sociali emarginate all’interno della comunità. L’azione segue a distanza di pochi mesi la campagna #ADayOffTwitch, campagna in cui i creatori di contenuti più famosi hanno interrotto le loro attività per un giorno in dissenso rispetto ai regolamenti non chiari della piattaforma, ma questo leak non è direttamente legato agli autori della dimostrazione precedente. Il file è nominato “parte 1” e lascia quindi intendere che possa arrivarne a breve una seconda.
Si raccomanda, dunque, agli utenti di cambiare password e abilitare l’autenticazione a due fattori, per mettere i propri dati in sicurezza. Com’è noto, la two-factor identification richiede il possesso dello smartphone dell’utente per provare la prova identità e quindi consentire di accedere ai dati.