La recente miniriforma del codice del consumo (dlgs 206/2005) è stata approvata in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 23 febbraio 2023. Questa riforma è stata attuata per recepire la direttiva UE 2019/2161 e contiene importanti disposizioni in materia di protezione dei consumatori, in particolare nel contesto digitale. Tutto questo si colloca in un contesto sanzionatorio rafforzato, con un aumento delle sanzioni per scorrettezze commerciali e clausole vessatorie (fino a un massimo di 10 milioni di euro) e il riconoscimento del diritto del consumatore a chiedere i danni causati da comportamenti commerciali sleali.
Tra le principali novità troviamo l’obbligo per le aziende di fornire filtri per individuare le recensioni fasulle o manipolate di prodotti o servizi visto che le recensioni sono molto suggestive e influenzano le decisioni d’acquisto. L’operatore economico deve adottare misure ragionevoli e proporzionate per verificare che le recensioni provengano da consumatori che effettivamente abbiano acquistato o utilizzato il prodotto e non deve inviare recensioni false per promuovere i propri prodotti. Inoltre, è considerata ingannevole l’azione di incaricare qualcun altro di postare false recensioni o di screditare o accreditare recensioni altrui, diffondendo false informazioni.
Uno degli aspetti più significativi della riforma riguarda la trasparenza sui criteri utilizzati dalle piattaforme internet per rispondere alle ricerche di prodotti. In questo modo, si vuole contrastare la possibilità che gli algoritmi predefiniti influenzino le risposte alle ricerche dei consumatori. Per affrontare questa problematica, la nuova legge prevede l’obbligo per le aziende di esplicitare in modo chiaro tutti i parametri di classificazione dei prodotti, in una sezione apposita del sito. Questo obbligo non si applica ai fornitori di motori di ricerca online.
Tra i nuovi obblighi introdotti c’è quello di trasparenza. Diventa obbligatorio indicare chiaramente se un risultato di ricerca è un annuncio pubblicitario a pagamento, così come se sia stato pagato un prezzo per ottenere una classificazione migliore dei prodotti all’interno dei risultati di ricerca.
Un altro obbligo riguarda il bagarinaggio digitale di biglietti per eventi, pratica che utilizza strumenti automatizzati per aggirare i limiti imposti all’acquisto di biglietti online, e che viene considerata un’attività ingannevole.
Il Codice del Consumo ha ufficialmente stabilito che i dati personali possono essere scambiati con contenuti o servizi digitali, confermando che i dati personali sono diventati una forma di valuta monetizzabile. Inoltre, il decreto legislativo ha introdotto ulteriori informazioni precontrattuali da fornire ai consumatori quando si acquistano contenuti e servizi digitali. Queste informazioni riguardano le condizioni di assistenza, garanzia, funzionalità e compatibilità dei contenuti e dei servizi digitali. Inoltre, la legge prevede che il consumatore deve essere informato sulla personalizzazione del prezzo e sull’utilizzo degli algoritmi di pricing dinamico.
Infine, il decreto legislativo stabilisce anche le modalità di ripensamento dopo l’acquisto di contenuti e servizi digitali. La normativa prevede il diritto del consumatore di richiedere i danni causati da pratiche commerciali sleali e la possibilità di rivolgersi al giudice ordinario per ottenere rimedi proporzionati ed effettivi, compreso il risarcimento del danno subito e, se applicabile, la riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto.
(S.F.)
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