La società di consulenza psicologica online BetterHelp ha condiviso le informazioni sanitarie personali dei consumatori comprese quelle sulla salute mentale. Il comportamento è costato alla società una multa di 7,8 milioni di dollari da pagare agli stessi consumatori, un risarcimento che risana le accuse di aver condiviso dati sensibili, che sarebbero dovuti rimanere privati, per scopi pubblicitari.
Secondo quanto riportato dalla Federal Trade Commission americana tra il 2017 e il 2020 BetterHelp ha condiviso gli indirizzi email degli utenti, gli IP e le risposte ai questionari sulla salute con Facebook, Snapchat, Criteo e Pinterest. Questo gesto avrebbe consentito a Facebook di indirizzare gli annunci pubblicitari della compagnia a utenti simili, contribuendo a portare sulla piattaforma di aiuto psicologico decine di migliaia di utenti paganti e milioni di dollari di entrate.
BetterHelp ha risposto alle accuse dichiarando di aver agito secondo gli standard del settore in base a pratiche abitualmente utilizzate da alcuni dei più grandi fornitori di servizi sanitari, sistemi sanitari e marchi sanitari. Il problema, tuttavia, non nasce dal mancato rispetto degli standard del settore ma dal fatto che ci sia stata la condivisione di dati senza alcun consenso esplicito da parte degli utenti; dati che, tra l’altro, vengono concessi in un momento di vulnerabilità degli utenti.
La Federal Trade Commission ha imposto alla società di ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di condividerne i dati con terze parti e di stabilire dei protocolli sulla privacy per proteggere i dati sanitari.
(C.D.G.)
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