Ogni anno, fino all’80% degli 8 milioni di tonnellate di plastica che raggiungono l’oceano passano prima lungo i nostri fiumi e canali. I rifiuti uccidono migliaia di specie acquatiche e anche i detriti di plastica di lunghezza inferiore a cinque millimetri, noti come microplastiche, possono influenzare la vita marina in quanto i pesci spesso le scambiano per cibo.
Così una start up olandese ha sviluppato un modo ingegnoso per intercettare i rifiuti, creando una cortina di bolle che spinge la plastica al lato del corso d’acqua. L’impianto è stato chiamato dagli inventori, Saskia Studer, Francis Zoet, Anne Marieke Eveleens e Philip Ehrhorn, Great Bubble Barrier ed è stato posizionato nel Westerdok, un canale di Amsterdam. Le bolle riescono a catturare l’86% del materiale inquinante che si trova nell’acqua di fiumi e canali e dal 2019 questa barriera ha aiutato a raccogliere 42mila chili di rifiuti dai corsi d’acqua prima che questi raggiungessero il Mare del Nord.
L’idea è semplice: pompare aria attraverso un tubo forato installato sul letto del fiume. Il muro di bolle spinge la plastica in superficie, pronta per essere raccolta. L’aumento dei livelli di ossigeno stimola anche l’ecosistema fluviale e arresta la crescita di alghe blu tossiche. Il macchinario crea una cortina di bolle pompando aria attraverso un tubo perforato sul fondo del corso d’acqua. La cortina di bolle crea una corrente verso l’alto che dirige la plastica verso la superficie. Posizionando la Bubble Barrier in diagonale sul fiume, il flusso naturale dell’acqua spinge i rifiuti di plastica di lato e nel sistema di raccolta. Il sistema di raccolta è progettato per funzionare in armonia con la cortina di bolle per raccogliere e trattenere la plastica. Dopo la raccolta, i rifiuti vengono rimossi e il più possibile differenziati per un successivo riciclo.
Il team di ricercatori fautori del progetto sta esportando per la prima volta la propria tecnologia fuori dai Paesi Bassi, con una nuova Bubble Barrier che verrà messa in funzione in Portogallo, precisamente nella regione di Porto, nell’estate 2022. Infatti, secondo un recente studio sulla rivista britannica Nature, la regione di Porto ospita due dei fiumi con i più alti livelli di inquinamento da plastica in Portogallo.
La startup prevede inoltre di installare più Bubble Barriers nei Paesi Bassi, e oltre che in Portogallo, anche in Indonesia. Il costo di installazione e il consumo di energia dipendono dalla posizione e dal flusso del fiume. Poiché i rifiuti all’interno del sistema di raccolta sono facilmente visibili ai passanti, Philip Ehrhorn, co-fondatore di Great Bubble Barrier e Direttore tecnico, crede che ciò aiuti le persone a rendersi conto di quanti rifiuti finiscono nei nostri corsi d’acqua; in questo modo la barriera funge anche da strumento educativo per scoraggiare sprechi e rifiuti. Egli spiega: “Bubble Barrier si concentra sulla spazzatura che altrimenti scorrerebbe invisibile e persino sott’acqua. Porta letteralmente in superficie, ciò che altrimenti non sarebbe mai stato visto“.
Stephanie B. Borrelle, ecologista per la conservazione degli uccelli marini, ha studiato la Bubble Barrier e ha spiegato: “Il progetto è stato davvero interessante, soprattutto perché altri tipi di barriere poste negli ambienti acquatici possono essere un po’ problematici nel modo in cui interagiscono con il funzionamento ecologico e gli animali che si muovono attraverso quel sistema“. L’unica preoccupazione di Borrelle è sulla tecnologia. La sua domanda più ricorrente è quanto sarebbe adatto il sistema per i fiumi più grandi e per i paesi in via di sviluppo in quanto la pompa necessita di elettricità continua e manutenzione occasionale.